Sarebbero migliaia i siti web israeliani, alcuni anche appartenenti a grandi aziende, "hackerati" giovedì a seguito di un attacco informatico al provider Upress, dove tali siti sono ospitati.
Invece dei normali contenuti, i siti web colpiti mostravano un video in cui viene descritta la "distruzione di Israele". L'attacco informatico è stato rivendicato da un gruppo che dice di chiamarsi "Hackers of Savior".
Le schermate del video pirata, condivise sui social, mostrano la frase "preparatevi ad una grande sorpresa", esplosioni a Tel Aviv e il premier Benyamin Netanyahu che, insanguinato e pesto, si allontana a nuoto dalla capitale in fiamme.
A parte questo, non sembra che l'attacco abbia causato ulteriori danni e che siano stati rilevati malware. uPress ha dichiarato che l'attacco è stato causato da una vulnerabilità di WordPress, aggiungendo che sta collaborando con la Cyber Security israeliana per ripristinare la funzionalità dei siti e la falla del sistema.
uPress ha affermato anche che gli hacker sarebbero iraniani, ma senza però fornire indicazioni e prove a sostegno. Alcune fonti stampa riportano che il gruppo di hacker sarebbe composto da nove persone, attive da aprile, e "probabilmente" legate alla Turchia, alla Striscia di Gaza e al Nord Africa, senza però escludere ulteriori mebri di altr nazionalità.
L'attacco è stato fatto in concomitanza con la ricorrenza del 53° anniversario della riunificazione di Gerusalemme durante la guerra dei 6 giorni, nel 1967.