Postare una dichiarazione di appoggio da parte di Maria Giovanna Maglie accompagnata dalla foto in alto, dà l'impressione di un Salvini che stia, come si dice in questi casi, raschiando il barile pur di arrivare a superare l'ostacolo rappresentato dal voto di queste amministrative.

Di per sé è un paradosso, visto che fino a qualche mese fa questo voto era ipotizzato come il primo passo di un percorso che avrebbe dovuto aprire al centrodestra la strada per la vittoria alle politiche e a Salvini quella di Palazzo Chigi. Adesso, invece, queste elezioni si sono trasformate in una sorta di incubo perché potrebbero preludere ad una resa dei conti all'interno della Lega, nel caso in cui i candidati del centrodestra nei capoluoghi di provincia (e di regione) scelti da Salvini al di fuori del mondo della politica non dovessero ottenere i risultati sperati.

Difficile dire se quella che si prevede come una ulteriore disaffezione al voto, in base alle presenze registrare fino a domenica sera, possa favorire destra o sinistra, pertanto l'incertezza rimarrà fino all'esito definitivo dello spoglio... gli exit poll non potranno coprire tutte le singole città.

Nel caso Salvini non riuscisse ad ottenere un risultato accettabile, nel giro di poco tempo finirebbe per essere messo in discussione dalla Lega del nordest, quella europeista e aziendalista che ha trovato in Giorgetti il suo perfetto rappresentante. In quel caso, gli scenari politici che si aprirebbero sono molteplici, ma il più credibile potrebbe essere quello che finirebbe per sconvolgere l'attuale assetto del centrodestra con l'addio di FdI di Giorgia Meloni che verrebbe sostituita dai cespugli rappresentati dai partiti personali di Calenda e Renzi che, insieme a Forza Italia e, per l'appunto, la Lega del nordest che guarda al fatturato più che ai post sui social, darebbe vita ad un'aggregazione intorno al 30% che si proporrebbe come nuova forza politica conservatrice.

Naturalmente, tutto questo non avverrebbe nel giro di pochi giorni e alla luce del sole. Si attenderebbero le elezioni del presidente della Repubblica per fare un test a livello di gruppi parlamentari per indirizzare la scelta del nuovo capo dello Stato. Se il test avesse successo e se il nuovo presidente della Repubblica incontrasse il favore di una bella fetta dell'elettorato, nel giro di poco tempo, vedremo Giorgetti, Berlusconi, Calenda e Renzi andare a braccetto e farsi i complimenti a vicenda, primo passo per arrivare a creare un nuovo soggetto politico conservatore che guarderebbe a Bruxelles e non a Mosca.

Per questo il voto di queste amministrative è per Salvini una questione di vita o di morte... naturalmente politica.