Lunedì, Wikipedia ha lanciato l'ultimo allarme per il voto che il 26 marzo il Parlamento europeo si appresta ad esprimere sulla nuova direttiva relativa al diritto d'autore.
Una direttiva che, secondo l'enciclopedia on line, darebbe agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie (articolo 11), costringendo anche quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo inviato dai propri utenti ed eventualmente bloccarli, se non autorizzati (articolo 13).
I due articoli sopra riportati, per Wikipedia rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online e per questo ha invitato gli utenti europei a contattare i propri rappresentanti nel Parlamento per invitarli a non appoggiare la direttiva all'articolo 11 o all'articolo 13, anche se non è ancora certo che la direttiva possa essere approvata prima delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo maggio.
Questi i punti più controversi dei due articoli, così come sono stati descritti da Wikipedia.
Responsabilità delle piattaforme e filtri automatici sui contenuti (articolo 13)
Una delle norme più pericolose contenute all'interno della riforma è l'articolo 13, che attribuisce a quasi tutti i siti web la responsabilità su eventuali violazioni del copyright relative ai contenuti inseriti dagli utenti.
Sebbene le piattaforme non profit come Wikipedia siano state fortunatamente esentate da questa disposizione, questo articolo può porre forti limiti alla libera condivisione di informazioni a cui siamo abituati. Inoltre, incentivare una massiccia diffusione di infrastrutture di filtraggio dei contenuti in Rete aumenta enormemente la probabilità che queste vengano utilizzate a scopo di censura.
È vero che molte piattaforme web stanno iniziando ad occupare un ruolo importante che va analizzato e regolamentato, con inevitabili modifiche per l'attuale ecosistema della Rete. Tuttavia, ciò che temiamo è che la soluzione proposta dall'UE finisca per incentivare la completa rimozione dei contenuti, senza tutelare i diritti degli utenti e salvaguardare gli aspetti positivi delle eccezioni al diritto d'autore.
Il filtraggio dei contenuti, esplicitamente formulato ma anche imposto dai rischi legali connessi alle responsabilità, attribuirà alle piattaforme il ruolo del principale giudice della "libertà di espressione".
E non regge l'argomentazione per cui stiamo "solo" parlando delle violazioni del copyright, perché questo approccio si è già manifestato in altre occasioni in cui era necessario trovare soluzioni alla diffusione di contenuti controversi online, come la proposta di regolamento sulla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online.
Se l'articolato dibattito sul copyright ci lascerà questa eredità, sarebbe meglio che l'articolo 13 fosse completamente cancellato dalla direttiva.
Diritti degli editori (Articolo 11)
Nonostante queste misure si siano già rivelate inefficaci sia in Germania che in Spagna, gli editori hanno esercitato forti pressioni per ottenere a livello europeo una protezione dei loro diritti che sia "simile al copyright".
L'articolo 11 consente agli editori di esercitare un nuovo monopolio (diritto di privativa) su qualsiasi uso delle notizie online da parte di tutti i siti che aggregano o rimandano a notizie online, costringendo chi non avesse corrisposto correttamente un canone per l'utilizzo a interrompere tali usi.
A partire dalla data di promulgazione della direttiva, tutti i nuovi collegamenti inseriti all'interno di articoli pubblicati su blog, portali e siti web, insieme ai tantissimi riferimenti alle fonti inseriti nelle voci di Wikipedia con il titolo della notizia finiranno in una zona grigia, in cui non è chiaro se i diritti dell'editore siano applicabili o meno. Contrariamente a quanto indicato da molta propaganda, infatti, la misura non è limitata agli estratti (o snippet), eventualmente considerabili citazioni, ma fa riferimento a qualsiasi uso online.
Oltre a danneggiare Wikipedia e Wikidata, che contengono riferimenti a "titolo" ed "estratto" delle fonti testuali, questo provvedimento interesserà tutti i siti web non personali che contengono collegamenti diretti a notizie.
Resta da capire se i detentori dei diritti prevederanno almeno una licenza gratuita per la semplice menzione dei titoli, mentre la gestione di raccolte di collegamenti resta nel limbo.