In occasione del Giorno della Memoria i politici, anche in Italia, non hanno lesinato dichiarazioni, come è giusto che sia, dichiarazioni di sostegno al ricordo delle vittime della Shoah. Persino gli estremisti destra italiani e tra costoro persino Giorgia Meloni, che ha dichiarato: "Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria. È nostro dovere ricordare affinché gli orrori del passato non si ripetano mai più. Trasmettiamo alle nuove generazioni l'importanza della libertà e del rispetto. La memoria va coltivata ogni giorno".
Perché meravigliarsi di tale dichiarazione? Perché la stessa Meloni trova in Giorgio Almirante ispirazione e guida per la sua linea politica. Ecco cosa diceva nel 2019:"Il 27 giugno del 1914 nasceva Giorgio Almirante. I valori, le tradizioni e quell’amore infinito per la nostra bandiera, infiammano ancora i nostri cuori. In ricordo di un grande uomo e politico".
Ecco cosa diceva nel 2020:"Ci lasciava 32 anni fa Giorgio Almirante. Un politico di altri tempi stimato dagli amici ma anche dagli avversari, un Patriota. Il suo amore incondizionato per l’Italia, la sua onestà, la sua coerenza, il suo coraggio: valori che ha trasmesso alla Destra italiana e che continueremo a portare avanti ogni giorno. Un grande uomo che non dimenticheremo mai".
Ecco cosa diceva nel 2021:"Coraggio, coerenza, onestà. Sono questi i valori che Giorgio Almirante ci ha lasciato in eredità e che dobbiamo onorare ogni giorno. A 33 anni dalla sua scomparsa, la Destra italiana ricorda un grande politico e Uomo".
Per Giorgia Meloni, il "repubblichino" Almirante, tra i fondatori del MSI nato come proseguimento del PNF e meritevole tanto da essergli intitolate vie e piazze, è lo stesso che dal 1938 al 1942 fu segretario del comitato di redazione della rivista antisemita e razzista La difesa della razza, che pubblicò il Manifesto della Razza nel 1938 e con cui collaborò con articoli fin dal primo numero. Il 5 maggio 1942 scriveva sulla stessa rivista:"Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d'una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue".
Ognuno faccia le sue valutazioni. Ritornando al Giorno della Memoria, riportiamo due esempi di testimonianza di politici ebrei di sinistra e di destra.
Emanuele Fiano, Partito Democratico:
Questi, invece, alcuni passaggi di quanto Fiamma Nirenstein (ex politica dell'area di centrodestra) ha scritto su il Giornale nell'articolo "Antisemitismo, oggi ricordare non basta più": "... Le promesse di sterminio del popolo ebraico sono pane quotidiano; una collaboratrice della CNN ha twittato che «il mondo d'oggi ha bisogno di Hitler», e in molti le fanno eco nelle manifestazioni di odio per Israele. Templi, istituzioni, ristoranti, negozi vengono attaccati. Un terzo di questi incidenti avviene in Europa. Il resto in America e nel mondo: è un accerchiamento di destra, di sinistra e mondo islamico e, quel che è peggio, l'odio ha un'eco conformista nell'informazione e nelle istituzioni. Chiariamo: non è che da Israele l'odio si allarga a tutti gli ebrei. È esattamente il contrario, l'odio per tutti gli ebrei produce l'odio verso Israele. ... con incredibile gesto persecutorio, la commissione per i diritti umani dell'ONU mette in piedi ad hoc, con un budget miliardario e 29 nuovi assunti, una commissione permanente solo «per sorvegliare le eventuali sospette violazioni dei diritti umani da parte di Israele». Non della Siria, non dell'Iran, non della Cina... È proprio il doppio standard il segnale più atroce di antisemitismo, e il mondo annuisce. Human rights, non diritto alla difesa quando ti cascano in testa 4500 missili senza ragione.... Oggi, gli ebrei, come Israele, sono anche colonialisti, razzisti... non c'è vergogna nel riprendere, traslitterate, le stesse accuse che hanno costruito lo sfondo della Shoah".
Come si può ben capire da queste parole, gran parte del modo ebraico, sia dentro che fuori Israele, non fa differenza alcuna tra antisemitismo e antisionismo, cercando di sdoganare (nonostante in pratica sia già stato ampiamente sdoganato) il concetto che il solo mettere di fronte Israele alle proprie responsabilità in relazione all'apartheid messo in atto nei confronti del popolo palestinese equivale ad essere degli antisemiti.
E questo sarebbe il rispetto dovuto alle vittime dell'olocausto?
Tra l'altro lo Stato israeliano non sembra neppure avere molta cura dei sopravvissuti dello sterminio nazista che vivono in Israele, come denuncia questo articolo pubblicato oggi sul quotidiano Haaretz: As World Remembers the Holocaust, Survivors in Israel Continue Struggle.
E a proposito di Haaretz, sempre oggi, vi è un articolo che ricorda il perché lo Stato ebraico sia da considerare uno Stato che pratica l'apartheid:
Omar Abdalmajeed As'ad, 80enne palestinese di origine americana, è morto poco dopo essere stato arrestato dai soldati israeliani, due settimane fa, dopo esser rimasto sdraiato a pancia in giù per diverso tempo, nonostante non desse segni di vita, mentre i soldati israeliani erano presenti. Così hanno riferito ad Haaretz due testimoni.
I soldati del battaglione Netzah Yehuda hanno detto di aver ammanettato Omar Abdalmajeed As'ad, di avergli coperto gli occhi e di averlo imbavagliato in modo che non potesse avvisare eventuali altre persone di un'operazione che stavano effettuando. Un medico che è stato chiamato a curare As'ad dopo che i soldati se n'erano andati ha riferito che l'uomo era già morto quando lui è arrivato.
As'ad è stato arrestato mentre i soldati israeliani stavano allestendo un posto di blocco improvvisato nel centro del villaggio di Jaljalia vicino a Ramallah. As'ad è arrivato al checkpoint intorno alle 3 del mattino in auto, dopo esser stato a trovare degli amici.
Il resto dell'articolo è possibile leggerlo alla pagina Witnesses: Elderly Palestinian Who Died After Israeli Detention Lay Motionless as Soldiers Looked On
E adesso ognuno faccia le sue considerazioni sul perché Il Giorno della Memoria non debba esser considerato anche il giorno dell'ipocrisia.
Infine, i più tenaci negazionisti a difesa dell'apartheid di Israele devono sapere che i legislatori italiani, nella legge 20 luglio 2000 n. 211 in cui sono definite le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria, hanno scritto che «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati...»
Crediti immagine: Fonte Wafa, coloni protetti dall'esercito israeliano che lanciano pietre contro i palestinesi nei territori occupati.