Il Consiglio dei Ministri convocato per lunedì 24 settembre 2018 aveva all'ordine del giorno, tra l'altro, due decreti legge:

uno su "disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto al terrorismo e alla criminalità mafiosa, modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno";

l'altro su "disposizioni urgenti in materia di rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, di immigrazione e di cittadinanza.

Alle 12.38 il Consiglio dei Ministri li approva all'unanimità, come ha fatto sapere l'intestatario di tali provvedimenti, Matteo Salvini, definendoli "un passo in avanti per rendere l'Italia più sicura. Per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un'immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell'Ordine."


Queste invece le valutazioni dell'associazione Refugees Welcome Italia per il provvedimento di Salvini sui migranti, in particolare, in relazione all'abolizione della protezione umanitaria, all'esclusione dei richiedenti asilo dai servizi per l'integrazione, all'incremento dei grandi centri e stretta sulla concessione della cittadinanza.

«Questo decreto – ha dichiarato Fabiana Musicco, presidente dell'associazione – rappresenta un preoccupante passo indietro. Invece di potenziare il sistema di accoglienza diffusa gestito dagli enti locali, che ha favorito, in questi anni, reali processi di inclusione per richiedenti asilo e titolari di protezione, si sceglie di rafforzare la logica emergenziale dei grandi centri che, oltre a non garantire alcuna integrazione, genera spesso, a causa dei pochi controlli, abusi e malversazioni.»

Per Refugees Welcome Italia è grave abolire la protezione umanitaria - permesso di soggiorno che lo Stato italiano riconosce a coloro che, pur non avendo i requisiti per ottenere la protezione internazionale, presentano comunque delle vulnerabilità tali da richiedere una forma di tutela - che impatterebbe su situazioni particolari che includono giovani, minori non accompagnati, donne sole, vittime di abusi e violenze.

Salvini, invece, ha dichiarato: «Non lediamo nessuno diritto fondamentale. Se entri a casa mia e spacci ti accompagno da dove sei arrivato. Se sei condannato in via definitiva è di buon senso toglierti la cittadinanza. Per i richiedenti asilo lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado.


Curiosamente, come ricorda Avvenire, lo stesso Matteo Salvini, nella sua "Relazione sul funzionamento del Sistema di accoglienza predisposto al fine di fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all'eccezionale afflusso di stranieri nel territorio nazionale", inviata al Parlamento lo scorso 14 agosto, sugli Sprar dichiarava l'esatto opposto rispetto a quanto approvato oggi.

I centri Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia che garantiscono interventi di accoglienza integrata dei richiedenti asilo e dei rifugiati attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico) «si pongono come ponte necessario all'inclusione e come punto di riferimento per le reti territoriali di sostegno, avviandosi, in tal modo, processi più solidi e più facili di integrazione». In essi viene «garantito ai richiedenti asilo un percorso qualificato, finalizzato alla conquista dell'autonomia individuale». Sono dunque «un modello che risponde all'esigenza di superare i centri di grandi dimensioni». E per questo i prefetti si sono attivati «per incentivare la graduale e progressiva adesione al progetto di diffusione di centri Sprar».

L'attuale decreto, in contraddizione con le parole di Salvini di poche settimane fa, riserverà l'accesso agli Sprar esclusivamente ai titolari di protezione internazionale, mentre per i richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei centri ad essi dedicati, Cara e Cas.

Ma il Cara di Mineo, ad esempio, non era definito dai 5 Stelle un esempio di mafia dell'accoglienza?


E adesso, invece, fanno passare un decreto che invece di chiudere Cara e Cas, li rafforza... insieme ad un altro decreto che dice di voler combattere la mafia!

Una vera contraddizione a 5 Stelle.

 

Di seguito la dichiarazione di Anne Garella, capomissione MSF in Italia, rilasciata nel pomeriggio sul decreto immigrazione, che esprime le proprie perplessità su alcuni dei punti accennati nell'articolo:

«Esprimiamo profonda preoccupazione per le misure presentate oggi nel Decreto sicurezza e immigrazione, e per il drammatico impatto che rischiano di avere sulla vita e la salute di migliaia di persone oggi presenti sul territorio italiano. In particolare, MSF critica fortemente il modo in cui il decreto sembra orientato a smantellare ulteriormente il sistema di accoglienza italiano, già fragile e precario, a prolungare la detenzione amministrativa di persone che non hanno commesso alcun crimine, e a ridurre le protezioni attualmente disponibili per persone vulnerabili.

Ogni giorno i medici, gli psicologi e gli infermieri di MSF in Italia curano le ferite fisiche e psicologiche di decine di persone che pur non rientrando nella categoria di rifugiato presentano importanti bisogni medici sviluppati in seguito a traumi e torture nel loro paese di origine o nel loro transito attraverso paesi come la Libia.

Attendiamo di conoscere in modo più preciso i criteri di assegnazione del nuovo permesso di soggiorno per cure mediche, nella preoccupazione che rischino di essere escluse e lasciate in condizioni di marginalità persone che soffrono di problemi di salute con sintomi non facilmente riconoscibili. Molti di questi pazienti li vediamo ogni giorno nel centro MSF per vittime di tortura e in altri luoghi in Italia.

Siamo, inoltre, preoccupati per le disposizioni del Decreto sul superamento del sistema di protezione per richiedenti asilo (SPRAR), a favore della moltiplicazione di centri collettivi di più ampie dimensioni che offrono minori servizi e possono avere un maggior impatto sulla salute fisica e psicologica di persone già vulnerabili.

Per molti anni MSF ha lavorato in centri di accoglienza secondaria (CAS) in Italia e ha ampiamente documentato come la permanenza prolungata all’interno di queste strutture contribuisca a deteriorare la salute mentale di persone già traumatizzate, riducendo drasticamente la loro possibilità di integrazione sociale con un impatto estremamente negativo sul loro percorso terapeutico.

Dal 2004, MSF ha fornito assistenza medica e umanitaria nei centri di detenzione amministrativa per migranti in vari paesi Europei – in Grecia, a Malta, e in Italia. Abbiamo ampiamente documentato le conseguenze della detenzione amministrativa prolungata sulla salute fisica e psicologica di migranti vulnerabili.»