"Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle possono essere sottoposti a sanzioni disciplinari per il venir meno dei requisiti di iscrizione e per la violazione dei doveri stabiliti dallo Statuto e dal Codice Etico.
Le sanzioni disciplinari applicabili sono: il richiamo, la sospensione, l’espulsione.
A fronte di comportamenti contrari alle norme dello Statuto e del Codice Etico, accettato e condiviso da eletti ed iscritti, il Collegio dei Probiviri ha preso le seguenti decisioni nei confronti di
– Gregorio De Falco: Espulsione (reiterate violazioni art. 11 Statuto; art. 3 Cod. Etico)
– Saverio De Bonis: Espulsione (violazione art. 11 Statuto; art. 6 c. 4, Cod. Etico)
– Giulia Moi: Espulsione (violazione art. 11, lettera m, Statuto; art. 3 Cod. Etico)
– Marco Valli: Espulsione (violazione art. 11, lettera m, Statuto)
– Lello Ciampolillo: Richiamo (violazione art. 11 Statuto; art. 3 Cod. Etico)
Nei confronti di Matteo Mantero e di Virginia La Mura i procedimenti disciplinari sono stati archiviati.
Nei confronti di Elena Fattori e Paola Nugnes i procedimenti disciplinari sono ancora pendenti.
Le motivazioni dei singoli provvedimenti disciplinari sono state inviate ai diretti interessati.
Queste decisioni sono atte a tutelare la comunità del MoVimento 5 Stelle, che si riconosce nei suoi valori e nel rispetto delle regole."
Come dimostra la comunicazione pubblicata sul Blog delle Stelle in relazione all'espulsione dal Movimento di 2 senatori (pendente il giudizio su altri due membri di quella Camera) e di 2 europarlamentari, con lo Statuto ed il Codice etico dei 5 Stelle c'è poco da scherzare. Come dimostra la rigida fermezza di queste decisioni, confermata anche dallo stesso capo politico Luigi Di Maio, con l'onestà e, soprattutto, la coerenza dei 5 Stelle non si scherza.
«Quando i candidati del MoVimento 5 Stelle entrano nelle liste - scrive su Facebook Di Maio - accettano alcune regole, poche e chiare, che sono vincolanti per la loro candidatura. Tutti gli eletti del MoVimento in Parlamento hanno quindi firmato e accettato anche la regola presente nel Codice Etico per cui i nostri parlamentari sono tenuti sempre a votare la fiducia ad un Governo in cui il MoVimento è parte della maggioranza.
Nel Codice c'è infatti scritto che i portavoce eletti si impegnano "a votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del MoVimento 5 Stelle".
Qualcuno dopo aver ottenuto l'elezione, ha cominciato a rinnegare regole e programmi. Qualcuno crede che per il solo fatto di essere senatore allora sia indispensabile per il Governo e per questo possa trasgredire le regole che ha firmato. Non è così. Noi siamo gente seria che rispetta gli impegni presi con i cittadini. Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile.
Oggi i probiviri si sono espressi con dei provvedimenti duri e giusti. E se ci sono altri senatori o deputati che non intendono più sostenere il contratto di Governo, per quanto mi riguarda sono fuori dal MoVimento, anche a costo di andarcene tutti a casa. Il rispetto degli elettori viene prima di tutto.»
Quello che è sopra riportato, va sottolineato, è tutto vero. Non c'è nessun artificio allo scopo di ironizzare sui 5 Stelle: Di Maio fa tutto da solo, ricordandoci, tra l'altro, che la fiducia al Governo votata in Parlamento era rinfacciata come un insulto alle istituzioni, quando era però il PD a farvi ricorso, adesso invece è finita pure tra i contenuti del codice "Etico" del movimento come strumento di governo da utilizzare! Ma che stranezza.
Si potrebbe poi aggiungere anche il fatto che il rispetto della Costituzione spesso urlato da Di Maio e soci come elemento fondante del Movimento contrasta alquanto con il fatto che i Parlamentari non debbano rispondere alla loro coscienza, nonostante siano vincolati al mandato ricevuto dagli elettori e non ai diktat del partito. Ma tant'è...
È però più interessante analizzare la frase in cui Di Maio dice: «Noi siamo gente seria che rispetta gli impegni presi con i cittadini.» Gli impegni presi in relazione a Ilva, Tap, Muos, Terzo valico - solo per fare alcuni esempi - erano quelli indicati nel programma per il quale i cittadini hanno dato il voto ai 5 Stelle?
Forse Di Maio se ne è dimenticato... eppure lo sosteneva, in agosto, anche quello che lui chiama suo fratello, Alessandro Di Battista, quando dichiarava in relazione allo stop alla Tav e al Tap: noi su quella roba lì ci abbiamo preso i voti e messo la faccia... Questo per invitare il Governo del cambiamento ad adoperarsi per l'interruzione di quelle opere. Non è successo per il Tap e, quasi certamente, sarà così pure per la Tav.
È questo il rispetto nei confronti degli elettori che Di Maio dice di rappresentare? È questo il "rispetto prima di tutto"?
La fiducia è diventata strumento di Governo. Addirittura la fiducia alla cieca, dove i parlamentari devono votare una legge senza conoscerne neppure i contenuti che, ovviamente, non sono stati neppure discussi. Le promesse agli elettori sono state disattese. Il Governo scrive decreti e disegni di legge che contengono punti che sono in contrasto con il programma elettorale presentato agli elettori e di tutto questo, secondo Di Maio, i colpevoli sono i parlamentari che glielo ricordano.
Una bella coerenza, non c'è che dire, comunque in linea con quanto finora fatto da parte di Di Maio, sia in relazione al modo di guidare il movimento, sia in relazione a quello di governare... con i 5 Stelle trasformati in scendiletto della Lega.
Ed è forse per quest'ultima ragione, la dichiarazione di domenica di De Falco, in cui aveva detto che «sull'Autonomia richiesta dalla Regione Veneto e da altre Regioni, non si può prescindere da un serio, costruttivo ed approfondito dibattito in Parlamento, per determinare gli indirizzi e le direttive che il Governo deve seguire nel concordare il contenuto delle intese, nel rispetto del principio dell'unità e solidarietà nazionale e dell'eguaglianza dei diritti e doveri di tutti i cittadini italiani», deve essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Come può De Falco ostacolare il volere di Matteo Salvini, in favore del quale Di Maio e i suoi grillini si adoperano faticosamente, ogni giorno, per aumentarne il consenso?