La bonifica delle ex aree industriali di Bagnoli sta per finire e già si sollevano interessi e veti. Infatti, Bagnoli ha una attrattiva enorme ed un potenziale enorme, ma è anche il fulcro di un riscatto e di un cambiamento per la città di Napoli.
Non può e non deve essere lasciata nell'oblio e nella sussidiarietà in balia di interessi piccini e stereotipati o, comunque, di mero marketing.

Ad esempio, le pressioni dei soliti gruppi vetero-comunisti, che hanno ancora potere anche se le fabbriche non ci sono più e che sei mesi fa rivendicavano più occupazione ma oggi chiedono la destinazione a 'verde pubblico'. Ad esempio, l'improvvisa idea di Aurelio De Laurentis di collocarci il nuovo stadio della SSC Napoli, destinando inevitabilmente allo smantellamento il 'sacro' Stadio Maradona

Infatti, già è stata una follia demagogica destinare l'ex Nato a spazio pubblico cioè a carico delle casse comunali, notoriamente esauste.
Soprattutto, perché all'origine quegli edifici erano di una fondazione benefica che accoglieva gli scugnizzi, i meninos de rua napoletani, sottraendoli al crimine e concedendogli un'opportunità.

Come già è troppo tempo che dura il tira e molla del patron del Napoli per lo stadio tiene in stallo la valorizzazione della Mostra d'Oltremare, con le sue due piscine (una olimpionica e una per la pallanuoto), con il suo bel teatro in stile Anni '30, con i suoi spazi espositivi che farebbero invidia alla Fiera di Milano, con il suo luna park, l'Edenlandia, che una volta avrebbe fatto concorrenza alla Disneyland Paris.

Chi vive a Bagnoli oggi non può ricordarlo, ma Viale Campi Flegrei era una sfilata di villette liberty degli Anni 30 e palazzine degli Anni 40, non i palazzoni sorti negli Anni 50, 60 e 70.

Oggi a Bagnoli vive solo gente nata nella Bagnoli 'operaia' degli Anni 60 e 70, ma sono state proprio le fabbriche a rovinare Bagnoli, mentre era il turismo a renderla 'magica'.
Talmente 'magica' da essere lo scenario di una delle più belle commedie di Eduardo De Filippo, "Uomo e Galantuomo" scritta nel 1922, ad imperitura testimonianza.

Naturalmente, l'arrivo di capitali internazionali come di ceti benestanti ed acculturati, magari cosmopoliti, fa paura ad alcuni, dalle sette vetero-comuniste che ancora controllano quel che resta delle fabbriche al crimine organizzato che non solo dovrebbe confrontarsi con nuovi poteri finanziari, ma soprattutto perderebbe tanta manovalanza di diseredati.

Ma Bagnoli, Napoli e la Campania non possono permettersi di rinunciare ai grandi alberghi da 100 camere e oltre, che ognuno crea centinaia di posti di lavoro tra dipendenti e indotto diretto.
Senza parlare delle ricadute sull'edilizia residenziale Vip e sul commercio di lusso, che verrebbero a mancare con migliaia di posti di lavoro in meno.
E ovviamente senza parlare del porticciolo da diporto che Napoli NON ha (ma ce l'ha Roma) e tutto il flusso turistico che ne verrebbe, con migliaia di posti di lavoro anche in questo caso.

Tutto costruito con tecnologie green e tutto alimentato dalla middle class che lavorerà nelle industrie HiTec che verrebbero alle spalle della fascia costiera, riportando la baia di Bagnoli ad essere la West Coast italiana, con un indotto occupazionale e finanziario enorme.
Una piccola Silicon Valley come era negli Anni 50, quando nei dintorni di Bagnoli c'erano Olivetti, Alenia, Sofer Ansaldo Breda. Un polo tecnologico irrinunciabile non per Napoli, ma per l'Italia.

E, perché no, a Bagnoli potrebbe starci anche un bel Casinò come a Sanremo o a Venezia , che sai quanti soldi e posti di lavoro portano?

Ogni altro discorso non serve materialmente a nulla, se non a lasciare la nostra amata Napoli nella miseria in balia dei camorristi e di quella demagogia populista "francese" che portò alla rovina la città e alla morte il suo miglior ammiraglio. Proprio quella demagogia che inventò quell'aura di 'nobile' ribellismo per i criminali, che ancora oggi vessa il Meridione d'Italia.

Bagnoli, però, è qualcosa di più di questi buchi neri della Storia, Bagnoli è una delle baie più belle al mondo, che include diversi gioielli incontaminati, come l'isola di Nisida, il cratere degli Astroni, le terme di Agnano.
E non solo è ad un'oretta di navigazione dalle isole di Ischia e Procida, ma è ad un quarto d'ora dal centro di Napoli, grazie alle quattro stazioni della metropolitana e alla tramvia che la attraversa.

Bagnoli è il riscatto di Napoli, può diventare una piccola Dubai, una nuova Barceloneta, una mini Silicon Valley.
Ogni altro discorso non serve materialmente a nulla, non certamente a Napoli ed ai veri partenopei, quelli che credono nel lavoro e vogliono avere un futuro.

Vincerà chi vuole fermare il futuro, speculando su ignoranza e miseria? Oppure vincerà Napoli (e con lei l'Italia intera), ritornando ad essere la ricca città che era regina del Mediterraneo?