Nel nord di Gaza, il direttore dell'ospedale indonesiano afferma che la mancanza di carburante ha costretto la struttura a tagliare l'energia elettrica all'impianto di desalinizzazione, agli scanner medici e agli ascensori.
"L'ospedale sta lavorando al 30-40% della sua capacità", ha detto Atef Al-Kahlot. "Chiediamo alle persone nel mondo, se qualcuna dotata di coscienza ancora esiste, di fare pressione sulle forze di occupazione affinché riforniscano l'ospedale indonesiano e il resto degli ospedali nella Striscia di Gaza".
Gli ospedali, specialmente nel nord di Gaza, sono diventati anche luoghi di rifugio per decine di migliaia di palestinesi che cercano riparo dagli attacchi dello Stato ebraico.
Nei pressi dell'ospedale Al-Shifa, il più grande di Gaza, infuriano i combattimenti a terra. Anche lì, oramai, non c'è più possibilità di fornire continuativamente energia alle macchine salvavita. Così, due bambini prematuri sono morti a causa delle interruzioni di corrente.
"A causa della mancanza di elettricità, possiamo segnalare che il reparto di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. Due bambini prematuri sono morti e c'è un rischio reale per la vita di altri 37 bambini prematuri", ha detto in un comunicato un gruppo di medici di una ong israeliana.
Il viceministro della Sanità di Gaza, Youssef Abu al-Reesh, che attualmente si trova all'interno dell'ospedale Al-Shifa, ha detto che tutti i generatori e le fonti di energia sono spenti, mentre decine di bambini stanno lottando per rimanere in vita.
Intorno all’ospedale al-Quds, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese, la situazione è estremamente pericolosa, con i carri armati israeliani che circondano la struttura sottoposta a continui attacchi, di cui alcuni rifugiati all'interno sarebbero stati vittime. Sono più di 14mila coloro che si trovano dentro quell'ospedale.
La sfacciata arroganza dell'esercito di occupazione non si pone limiti. Dopo aver ancora una vota invitato i palestinesi a trasferirsi dal nord al di sotto del Wadi Gaza, l'esercito israeliano continua a bombardare con raid aerei anche il centro e il sud della Striscia: colpito il campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, mentre in precedenza, era stato danneggiato un edificio a Khan Younis, nel sud di Gaza!
I combattenti di Hamas, avrebbero distrutto 160 veicoli militari israeliani – parzialmente o completamente – dall'inizio dell'invasione di terra, secondo il portavoce del braccio militare del movimento.
"L’esercito israeliano sta affrontando una resistenza feroce e ci sono scontri feroci. I nostri combattenti sorprendono il nemico da sotto terra, da sopra e da sotto le macerie. Stanno distruggendo i loro carri armati e i loro bulldozer", ha detto Abu Obeida. "L’unico obiettivo che l’esercito israeliano ha raggiunto sono le atrocità e i massacri perpetrati davanti al mondo intero. Il nemico non potrà godere di un giorno o di un’ora di calma e pagherà il prezzo della sua aggressione".
Oggi, dal Libano, il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha nuovamente rilasciato una dichiarazione sul conflitto in corso, definito una vendetta senza limiti morali, legali o umanitari da parte dello Stato di Israele, che potrà essere fermata solo facendo pressione su Washington da cui, dipendono le decisioni del gabinetto di bguerra di Tel Aviv. Poi, Nasrallah, ha ammesso l'esistenza di fronti secondari aperti al confine tra Libano e Israele, in Siria e nell'estremo sud di Israele.
Gallant, per tutta risposta, ha minacciato di fare ciò che sta facendo a Gaza anche a Beirut, se gli attacchi dal Libano dovessero continuare... mentre è già in atto anche la distruzione della Cisgiordania, dove ogni giorno si registrano nuove vittime.
Oggi, gli Stati arabi si sono riuniti per decidere... nulla! Hanno solo detto che ormai è indispensabile un cessate il fuoco e che se l'occidente non fermerà il genocidio in atto a Gaza, non sarà più credibile quando pretenderà di dare lezioni relative al rispetto dei diritti umani. Da vedere se le opinioni pubbliche di quegli Stati saranno o meno in grado di far sentire la loro protesta, chiedendo risposte ai propri governi che, se non potessero farne a meno, hanno dalla loro l'arma di ricatto del petrolio e del gas.
Da sottolineare, infine, l'iniziativa odierna di Emmanuel Macron. Il presidente francese, forse venuto a conoscenza dell'esistenza dell'articolo 25 dello Statuto di Roma, oggi ha dichiarato di essere favorevole ad un cessate il fuoco, aggiungendo che Israele deve smettere di uccidere bambini e donne a Gaza. Macron ha rilasciato questa dichiarazione dopo 11mila civili palestinesi assassinati, di cui oltre la metà è rappresentata da donne e bambini.
Ma Macron si è dimenticato di ricordare che i palestinesi di Gaza, di tutta la Striscia, non hanno più neppure di che bere e mangiare.