I sindacati hanno sostenuto la protesta dei portuali liguri che in queste settimane hanno deciso di scioperare per non procedere all'imbarco su una nave saudita, la Bahri Yambu, di materiale bellico che sarebbe stato poi utilizzato per la guerra in Yemen, che ha finora causato oltre 10mila morti impoverendo ulteriormente un Paese già povero in cui, adesso, 22 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere.
Nonostante ciò, un'altra nave, la Bahri Jazan, giovedì mattina è arrivata nel porto di Genova per caricare 8 generatori destinati al porto di Jeddah.
Più tardi l'Agenzia Marittima ha comunicato che non si procederà all'imbarco degli otto generatori che erano in attesa d'imbarco nel terminal ligure e classificati per uso militare, per i quali lo spedizioniere ha confermato l'invio via terra.
In una nota, la Cgil ha confermato il proprio impegno "a tutti i suoi livelli, nazionale e territoriale, confederale e di categoria, perché il Governo dia seguito agli impegni già assunti dagli altri Stati europei per vietare i traffici di armi verso la guerra in Yemen. Chi intende strumentalizzare questa posizione, millantando che così il sindacato non tutelerebbe i lavoratori del Porto e quelli delle molte fabbriche dell'industria della difesa presenti nella nostra regione, non fa un buon servizio né al Paese, né alla Regione Liguria e nemmeno a sé stesso".
Nota, quella del sindacato, che è arrivata in risposta a quanto il presidente della Regione Giovanni Toti aveva scritto su Facebook: "Ancora presidi e scioperi contro l'approdo di una nave che deve caricare a Genova generatori diretti in Arabia Saudita e, forse, destinati all'esercito.
Ma un sindacato come la Cgil non dovrebbe tutelare i lavoratori Italiani, quelli del porto (che deve competere con gli altri scali europei per non perdere traffico e occupazione) e quelli delle molte fabbriche presenti nella nostra regione?
Ma non è assurdo che qualcuno voglia che dai nostri porti non si imbarchino questi prodotti, mentre in Liguria (e per fortuna) molte migliaia di persone lavorano per Fincantieri che fa navi militari e sommergibili, per Leonardo che fa radar e missili, per Oto Melara che fa cannoni navali e mezzi blindati, per Piaggio che tutti speriamo sviluppi presto droni militari?
Tutto ciò, sul nostro territorio, dà lavoro a tante persone e così facendo, prima o poi, ci sarà chi deciderà di rivolgersi altrove, molti rischieranno il lavoro e il nostro porto sarà meno competitivo.
Basta autolesionismo, basta strumentalizzazioni politiche e soprattutto basta ipocrisia!"