Il tribunale amministrativo di Parigi, lo scorso anno aveva stabilito che lo Stato francese avesse violato i suoi impegni di riduzione delle emissioni di gas serra tra il 2015 e il 2018, superando il budget di carbonio previsto dagli accordi internazionali, obbligando il governo a prendere "tutte le misure necessarie" per riparare al danno ecologico entro il 31 dicembre 2022. La causa era stata promossa da quattro organizzazioni ambientaliste, che avevano raccolto oltre due milioni di firme in una petizione chiamata "L'Affaire du siècle" e aveva avuto come conseguenza anche una sanzione di 20 milioni di euro. In Francia sono 40.000 i decessi attribuibili ogni anno alle polveri sottili.

Di recente, sempre in relazione al clima,  due sentenze del tribunale amministrativo di Parigi hanno riconosciuto il nesso causale tra l'esposizione all'inquinamento atmosferico e i problemi respiratori di due bambini che abitano vicino al Boulevard Péripherique, il raccordo anulare che circonda la capitale, condannando per la prima volta lo Stato a indennizzare le vittime dello smog a causa del superamento della soglia di inquinamento nell'area dove risiedono.

Lo Stato dovrà versare 3.000 euro a una famiglia e 2.000 euro a un'altra, oltre alle spese legali. Queste sentenze sono «inedite e importanti», ha dichiarato l'avvocato delle famiglie, François Lafforgue, aggiungendo che «per la prima volta in Francia delle vittime dell'inquinamento atmosferico vengono indennizzate».

Con ben 60 mila morti premature attribuibili ogni anno all’inquinamento, anche l’Italia potrebbe essere il prossimo paese ad essere inondato di azioni legali in cui lo Stato dovrà risarcire i cittadini e rendere conto dei danni causati dallo smog, come in Francia.

Dimentichiamo che gli inquinanti spesso sono "sempre gli stessi", sono prodotti anche da quella strada troppo trafficata, da quegli aerei che ci passano sulla testa, da quell'aeroporto che si vorrebbe ingrandire o che già esiste, dalle navi che in porto stazionano con i motori accesi, dai motoscafi che usiamo per la passeggiata in barca la domenica. Spesso non associamo ciò che è ludico a ciò che inquina.  

Spesso associamo invece molto stupidamente il progresso con l'inquinamento. Lo riteniamo un prezzo da pagare, una tassa, una "nobile conseguenza". 

Vedo combattere da uno stesso schieramento politico una fonderia e non un aeroporto, una discarica e non l'amianto, altri magari si occupano di un inceneritore in un porto e non delle navi che nel Porto hanno i motori accesi. Non possiamo desiderare le trivellazioni petrolifere e poi non volere il… "pizzaiolo nello stabile" con il suo bel caminetto per il forno o fare la lotta al sacchetto della spazzatura in strada.  

Non dobbiamo incorrere nell'errore di sommare una criticità a quelle già esistenti. Non bisogna usare questa cosa come lasciapassare per aggiungere un problema a quelli esistenti. 

Esiste una grande confusione che non giova affatto all'attuale momento critico ambientale mondiale.  

Ogni criticità, qualsiasi essa sia, solo per il fatto di aumentare il carico sull'ambiente andrebbe evitata. Oggi siamo quasi al punto di non ritorno. Certamente non è cosa facile, ma almeno iniziamo a provarci, è un obbligo morale un principio che dovrebbe essere di non discussione.  

Qualsiasi stimolo esterno -  chimico, fisico, meccanico ... o che sia anche un virus, un batterio protozoo - può nuocere al nostro organismo. Il nostro organismo reagisce all'ambiente esterno, qualunque esso sia. Il nostro organismo reagisce, pertanto, non solo a stimoli acustici, luminosi, ecc. ma anche a stimoli chimici.  

 Il cosiddetto progresso negli ultimi 100 anni ad esempio ha prodotto tantissime molecole chimiche, che pur dandoci l'illusione di progresso, sono poi state bandite per gli effetti gravi che avevano sulla salute. Ricordo i policlorobifenili che abbiamo messo un poco dappertutto, gli stessi ftalati che abbiamo usato anche nei biberon dei bambini. Così anche alcuni farmaci possono essere annoverati tra "gli errori del progresso"... ricordo ad esempio la talidomide ritenuta all'epoca un innocuo anti-emetico in gravidanza e che si dimostrò teratogeno, provocando la nascita di bambini con gravissime malformazioni agli arti.  

Molte di queste sostanze insieme ai tanto nominati "metalli pesanti" e che ritroviamo poi nei famosi Pm10 -2,5 ecc. ecc. insieme ad altre sostanze, agiscono in modo molto subdolo su alcuni punti del nostro organismo. Molti mimano gli ormoni, e per questo si chiamano "interferenti endocrini", sostanze che agiscono in concentrazioni di milionesimo di grammo e spesso si "bioaccumulano" nelle persone esposte.  

Queste sostanze possono agire in momenti particolari delle fasi della vita, colpendo le popolazioni maggiormente vulnerabili. Una esposizione a tali sostanze può condizionare negativamente, lo sviluppo, la riproduzione, la crescita e il comportamento sia dell'uomo che delle specie animali. Queste sostanze posso accendere o spegnere e modificare i vari segnali inviati con gli ormoni, e i loro effetti insidiosi e subdoli spesso non sono visibili immediatamente.  

Queste sostanze - spesso prodotti di combustione rilasciati da auto, camion, aerei e navi - sono pesticidi, sono i pfoa e pfoas, gli idrocarburi policiclici aromatici, e li ritroviamo nell'ambiente che ci circonda anche per smaltimento doloso e colposo. Queste sostanze sono presenti in concentrazioni abbastanza rilevanti un poco dappertutto e con caratteristiche diverse a seconda della criticità.  

La reattività personale, la genetica, la presenza di più fattori magari non prevedibili e anche sconosciuti, l'intervento di concause forse spesso ancora non note, purtroppo insieme a queste sostanze, amplifica o anche  porta ad alcuni effetti che potrebbero diventare evidenti e devastanti con l'avanzare dell'età.  

Ecco che abbiamo riduzioni della fertilità maschile, presenza di patologie che riguardano la donna, malformazioni fetali... oltre a patologie diverse che vanno da quelle dell'apparato cardiovascolare, alle patologie del sistema nervoso, a patologie a carico del sistema endocrino, fino ad alcune malattie degenerative e al cancro.   

 La qualità dell’aria preoccupa l’Italia: in molte città è stato più volte superato il limite di PM10 stabilito dall’Unione Europea (sentenza 10 novembre 2020, C 644/18) come anche quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per PM2.5 e NO2. Morti premature, bambini con gravi malattie dalla nascita, problemi respiratori sono alcune delle conseguenze dell’inquinamento dell’aria che emergono da numerose analisi scientifiche. Mentre in Francia, secondo l'organismo Santé Publique France, sono 40.000 i decessi riconducibili ogni anno alle polveri sottili l'Italia, dopo Francia e Germania, è il paese con il più alto numero di morti in Europa legate all'inquinamento ambientale, con 59.641 decessi prematuri, secondo l'ultimo rapporto Eionet e Eea (2022).

A differenza dell’azione legale in Francia, la causa ‘Aria Pulita’ condotta in Italia dal team legale di Consulcesi estende la possibilità a tutti, anche a chi non riporta danni dimostrabili alla salute, a reclamare il diritto a respirare aria salubre. Consulcesi stima che siano 3.384 i comuni italiani compresi nelle violazioni accertate dall’Europa per un totale di più di 40 milioni di residenti.

Secondo quanto riporta il team legale, è possibile richiedere un risarcimento pari a 36mila euro per ogni anno in cui si è riseduto nell’area dove la Corte Ue ha accertato la violazione nel decennio 2008-2018 per un totale, dunque, di oltre 300mila euro.

Questa azione legale collettiva, non solo permetterà ai cittadini di tutelare il proprio diritto a respirare aria salubre ma anche di essere protagonisti di un cambiamento epocale perché ha lo scopo, oltre alla richiesta di risarcimento, di sollecitare l’attuazione di piani concreti per porre fine alle continue violazioni.

Per aderire alla causa, basta dimostrare la propria residenza per almeno 1 anno nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, lo stesso per il quale la Corte di Giustizia Europea ha accertato la violazione dei limiti, in uno o più dei territori coinvolti.

Per scoprire se e come partecipare alla causa collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.consulcesi.it/legal/ambiente.


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