Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato in queste ore che alcuni degli emendamenti proposti da Hamas all'accordo sul cessate il fuoco a Gaza presentato dagli Stati Uniti non sono realizzabili, ma che gli sforzi per raggiungere un accordo proseguono.
"Hamas ha proposto numerose modifiche alla proposta sul tavolo. Abbiamo discusso di questi cambiamenti ieri sera con i colleghi egiziani e oggi con il primo ministro", ha detto Blinken. "Alcuni cambiamenti sono realizzabili. Altri no".
Washington aveva presentato il piano alla fine del mese scorso, affermando che avrebbe portato a un cessate il fuoco "durevole" a Gaza.
Martedì Hamas ha presentato la sua risposta insieme alla Jihad islamica palestinese, descrivendola come "responsabile" e "positiva". Le modifiche includono il ritiro dell'esercito israeliano dall'intera Striscia di Gaza, compreso il valico di Rafah e il corridoio Filadelfia, cioè il valico di frontiera con l’Egitto.
"La risposta dà priorità all'interesse del nostro popolo palestinese, alla necessità di fermare completamente l’aggressione in corso su Gaza e al ritiro [delle forze israeliane] dall’intera Striscia di Gaza", ha affermato il movimento di resistenza palestinese in una nota.
Israele, che ufficialmente non si è espresso sul piano americano (che secondo Biden sarebbe stato redatto da Israele!), non appena ha sentito parlare di variazione alla proposta si è affrettato ad annunciare che Hamas l'aveva respinta. Hamas ha ribattuto di aver risposto positivamente e che i problemi vengono da Tel Aviv.
Difficile credere che Hamas bocci una proposta che aveva già accettato, essendo praticamente la fotocopia di quella che l'Egitto aveva consegnato ad Israele i primi giorni dello scorso maggio.
Il problema sta nell'interpretazione dei punti che vi sono solo accennati. Gli Usa parlano di un ritiro di Israele dalla Striscia, Hamas chiede garanzie in tal senso ma gli americani non sono in grado di darle, perché Netanyahu non può darle, visto che l'estrema destra in quel caso uscirebbe dalla maggioranza e lui sarebbe costretto ad indire nuove elezioni, senza però avere certezze sulla sua sopravvivenza (politica) e sulla sua libertà personale (a causa del processo per casi di corruzione) nella prossima legislatura.
Blinken, che adesso da Israele è giunto in Qatar, ha commentato continuando a tenere le parti di Israele, accusando Hamas che, invece di dare una risposta affermativa, ha prima aspettato e poi ha chiesto molte modifiche. La questione, ha dichiarato Blinken, è se Hamas agisca in buona fede, aggiungendo che, pertanto, la guerra di Israele contro Gaza continuerà "come risultato" della risposta di Hamas.
In realtà è evidente, al di là di qualsiasi dubbio, che è Netanyahu ad avere tutto l'interesse nel continuare il genocidio a Gaza, facendo pagare la sua sopravvivenza dallo sterminio di decine di migliaia di persone.
E questo con il supporto dei Paesi cosiddetti democratici, Stati Uniti in testa.