Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non era presente all’evento conclusivo del G7, in corso a Bari, dedicato alla lotta all'antibiotico resistenza. Sul tema è però intervenuto inviando un video messaggio in cui ha fatto un riepilogo degli appuntamenti che, sul tema, si sono tenujti quest'anno durante la presidenza italiana del G7.

"In questi incontri l’Italia ha assunto un ruolo rilevante, che è stato possibile anche con la collaborazione di tanti partner stranieri e con le organizzazioni internazionali. Ora però è fondamentale declinare i target globali in strategie da intraprendere anche a livello nazionale. Dovremo intensificare i nostri sforzi attraverso sinergie interdisciplinari che coinvolgano la politica, la ricerca, l’industria, i professionisti e la società civile. Proprio in questa direzione è orientato il confronto che vi vedrà impegnati oggi e domani, con l’ambizione e la volontà di individuare soluzioni concrete".

Ma è toccato soprattutto al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato - che nella due giorni del G7 ha fatto le veci del ministro - illustrare l'argomento:

"Il ministero della Salute continuerà a fare la sua parte per ridurre l’impatto dell’antibiotico-resistenza con determinazione e responsabilità per proteggere la salute dei nostri cittadini e di chiunque nel resto del mondo.Le cause dell’antibiotico-resistenza sono numerose e complesse e necessitano un impegno di tutti. Ecco perché a livello nazionale con le misure in Legge di Bilancio 2025 il Governo intende destinare fino a 100 milioni di euro del Fondo farmaci innovativi per lo sviluppo di agenti antinfettivi per infezioni da germi multi-resistenti. Il 50% del consumo di antibiotici in Italia è nella filiera zootecnica e dobbiamo essere fieri che tale utilizzo, contrariamente al settore umano, è in sensibile riduzione (oltre il 46% rispetto al 2016) e questo grazie ad un rigoroso sistema di tracciatura dei medicinali reso possibile dalla ricetta elettronica veterinaria e all’applicazione di precise stewardship previste dal Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar), sul quale non a caso abbiamo destinato un finanziamento di 40 milioni di euro annui, 120 milioni totali. La strategia veterinaria di contrasto all’antibiotico-resistenza è ad oggi tra le più all’avanguardia. Basti pensare che grazie al sistema informativo Classyfarm siamo in grado di classificare gli allevamenti sulla base del rischio di sviluppo e diffusione di resistenza agli antibiotici, premiando gli allevatori virtuosi con un fondo annuale di 376 milioni nell’ambito della Politica agricola comune (Pac 2023-2027).È "importante anche parlare delle buone pratiche" e "soprattutto ringraziare chi ne è fautore, ovvero i medici veterinari che svolgono un lavoro eccezionale di sorveglianza e prevenzione, nel nostro Sistema sanitario nazionale pubblico come in quello produttivo. Nessun Governo prima del Governo Meloni aveva investito in antibiotico resistenza con incentivi push and pull. Tuttavia, accanto alle risorse è necessario agire per un loro corretto impiego ed è quanto immagino sarà maturato dai tavoli tematici di oggi".