Appare ancora lontano l'obiettivo di eliminare l'infezione da virus dell'epatite C, curando con farmaci antivirali innovativi 80.000 pazienti l'anno.
Nel 2017, infatti, in Italia meno di un malato su due è stato avviato alle cure, mentre nelle regioni si registrano forti disomogeneità organizzative e ritardi nell'accesso ai trattamenti.
I nuovi farmaci in grado di debellare l'infezione di epatite C hanno costituito una vera e propria rivoluzione per i pazienti, seguita da una progressiva riduzione del prezzo di questi antivirali e dallo stanziamento, per il loro acquisto, di 1,5 miliardi nel triennio 2017-2019.
Ciò ha portato l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), a marzo 2017, a prevedere l'accesso universale di tutti i pazienti cronici alle nuove terapie, in parallelo all'obiettivo di eliminare il virus HCV dall'Italia entro il 2020.
A un anno di distanza però il numero delle persone avviate alle cure è in aumento, ma troppo lentamente: dai 30.874 pazienti trattati nel 2015 si è arrivati ai 44.795 nel 2017. Un incremento distante per raggiungere gli 80.000 pazienti l'anno.