Sarebbero almeno sette le vittime causate da una serie di esplosioni e di sparatorie avvenute nella capitale indonesiana Giacarta. Si registrano anche numerosi feriti. Fonti non ufficiali riferiscono di almeno 14 attentatori, che hanno impegnato la polizia in una serie di conflitti a fuoco. Quattro di loro sarebbero rimasti uccisi. Mancano conferme ufficiali e rivendicazioni. Nessuna certezza che si sia trattato di un'operazione risalente allo Stato Islamico. Le esplosioni si sono verificate di fronte ed all'interno di un locale della catena Starbucks, nel centro commerciale Sarinah, al centro di Giacarta. Nella zona si trovano anche una stazione di polizia, parecchi uffici, hotel ed ambasciate, fra cui quella francese, oltre ad una rappresentanza delle Nazioni Unite. L'area è stata completamente chiusa ed è stato impedito l'accesso anche ai giornalisti. Testimoni oculari riferiscono di tre kamikaze che si sarebbero fatti esplodere all'interno di Starbucks. Un dipendente ha raccontato di una grossa esplosione davanti all'ufficio dell'ONU, seguita da altre sei. Ne è scaturito, poi, un conflitto a fuoco fra gli assalitori ed una unità antiterrorismo della polizia. Si parla anche di esplosioni vicino alle ambasciate di Turchia e Pakistan nei quartieri di Cikni, Silpi e Kunigan. Le autorità hanno chiesto ai cittadini di non uscire di casa e di non affacciarsi alle finestre. In Indonesia si sono registrati in passato numerosi attentati, di cui era stato responsabile il gruppo jihadista Jeemaah Islamiyah. Nel paese vigeva già lo stato di allarme, dopo informazioni riguardo ad un possibile attentato contro membri del governo, stranieri e altrei obiettivi. Nella notte dell'ultimo dell'anno, era stata impiegata una forza di 150.000 uomini, fra poliziotti e soldati, a protezione di aeroporti, chiese ed altri luoghi pubblici.