Secondo la ricostruzione che ne ha fatto la polizia, in una stazione di servizio di Be'er Sheva, città nel sud di Israele conosciuta anche come capitale del Negev, un uomo ha prima accoltellato una donna, poi con la sua macchina ha investito un ciclista, infine in un centro commerciale ha accoltellato un uomo e una donna. Ripresa nuovamente la sua auto ha guidato contromano, finché non è stato speronato da un altro veicolo, che lo ha fermato.

Poi è accaduto quanto riportano le immagini seguenti che, va ricordato, contengono scene violente.

Una volta che l'aggressore è stato fermato con tre colpi di pistola, steso a terra, è stato preso a calci in testa da un poliziotto (anche in questo caso le immagini video riportano scene violente)...

Il bilancio dell'attentato, forse non definitivo, è di quattro persone uccise e due ferite gravemente, anche se per fortuna non in pericolo di vita. Non è chiaro se vi siano altre persone coinvolte nell'attentato che è il più grave da anni tra quelli registrati in Israele.

L'attentatore è stato identificato nel 34enne Mohammad Ghaleb Abu al-Qi'an, ex detenuto per terrorismo, residente della città beduina di Hura, nel Negev.

Il premier Bennett, dopo aver fatto le condoglianze alle famiglie delle vittime, ha promesso vendetta, annunciando che i terroristi e i loro complici saranno perseguiti e catturati.

Da Gaza, che si trova ad una trentina di chilometri dal luogo dell'accaduto, il portavoce di Hamas, Abdel-Latif al-Qanou, ha definito l'attentato un "atto eroico", aggiungendo che la battaglia di Hamas contro l'occupazione israeliana prosegue. Tariq Salmi, portavoce della Jihad islamica, un'altra fazione palestinese di Gaza, ha dichiarato che l'attacco odierno è "una risposta naturale ai crimini dell'occupazione nel Negev", aggiungendo che Israele "deve rendersi conto che il popolo palestinese non si arrenderà".

C'è da aggiungere altro? Sì. Che l'attacco odierno ha ricevuto e riceverà sui media un attenzione che non è stata minimamente data ai 14 palestinesi uccisi in Cisgiordania dall'inizio dell'anno ad opera delle forze di sicurezza israeliane. E che neppure è stata data al fatto che dal 2008 ad oggi i palestinesi uccisi (in Israele e nei Territori Occupati) sono stati circa 6mila e 135mila quelli feriti, mentre nello stesso periodo sono stati 262 gli israeliani uccisi e circa 6mila quelli feriti. 

Ma l'occidente che a giorni alterni si ricorda di libertà, giustizia e democrazia pensa che utilizzare il paravento dell'Isis con l'inevitabile ritorsione su Gaza per giustificare questo attentato possa sistemare la propria coscienza mettendo tutti i pezzi al loro posto... con i buoni compianti e i cattivi puniti. 

Quando però diventa normalità prendere a calci in testa una persona stesa a terra, inerme, sarebbe opportuno iniziare a chiedersi le ragioni e le responsabilità dell'odio reciproco che sta all'origine di queste violenze. E se l'occidente iniziasse a valutarle con lo stesso metro con cui oggi sta dalla parte dell'Ucraina, la questione mediorientale si risolverebbe in pochissimi mesi... senza violenza alcuna. Invece...