L'epidemia da coronavirus non è ripresa a crescere solo negli Stati Uniti. Anche in Israele e a Gaza il contagio da Covid ha ripreso a marciare ed anche in questo caso a livelli addirittura ancor più sostenuti di quelli registrati all'inizio della primavera. In questo caso, vista la sensibile diminuzione che si era registrata nelle ultime settimane, si può effettivamente parlare di seconda ondata.

Ed è forse a causa della seconda ondata che la tanto annunciata annessione della Cisgiordania da parte di Israele a partire dal 1 luglio è rimasta lettera morta?

No. Il fatto è che l'annessione tanto sbandierata da Netanyahu è stata un eccellente diversivo elettorale per nascondere alla maggioranza degli israeliani i suoi guai giudiziari, la crisi economica e, per ultimo, le sue decisioni (sbagliate) sulla pandemia. 

Adesso che il 1 luglio è trascorso, e non solo non vi è stata alcuna annessione da parte di Israele ma non sono neppure state avviate le procedure legislative, burocratiche e militari per organizzarla, si scopre che tale scadenza per Netanyhau valeva solo come data di avvio per il piano che dovrebbe poi renderla esecutiva.

Insomma... niente per il momento è stato deciso ed in base a quello che c'è da fare, anche nel prossimo futuro l'annessione della Cisgiordania rimane poco più che una promessa elettorale.

Per Netanyahu, che dice di non preoccuparsi delle critiche dell’Onu o degli ammnimenti dell’Ue o delle esitazioni da parte dell'alleato Gantz, il problema principale sembra essere il via libera definitivo degli Usa che l'amministrazione Trump non ha però ancora concesso, nonostante il premier israeliano abbia incontrato l’ambasciatore Usa Friedman e l’inviato speciale americano Berkowitz.

A Netanyahu rimangono 4 mesi per annettere di fatto e almeno in parte (cioè i territori dove sono già presenti gli insediamenti di Israele), la Cisgiordania. Periodo che manca alla data in cui si celebreranno le presidenziali 2020, che difficilmente potranno vedere un rinnovo del mandato per Trump, favorevole all'annessione, mentre il suo avversario Biden - accreditato di un vantaggio intorno ai 10 punti - è del tutto contrario, supportando un piano di pace con una soluzione a due Stati.