Martedì 19 gennaio, con 156 voti favorevoli, 140 contrari e 16 astensioni, il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo approvando la proposta di risoluzione n. 1, presentata dalla maggioranza, sulle comunicazioni rese in mattinata dal presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, sulla situazione politica in atto.


La crisi politica innescata da Matteo Renzi si è pertanto, almeno dal punto di vista formale, conclusa. Dal punto di vista politico, però, la situzione è ancora incerta. Infatti, la fiducia da parte del Governo è stata ottenuta con l'astensione di Italia Viva e il supporto di alcuni parlamentari del gruppo misto e di altri provenienti da altri gruppi e in attesa di "ricollocamento".

In sostanza, non vi è rispetto a prima una chiara maggioranza a sostegno del Governo che, però, devo portare avanti un'azione politica la cui linea, adesso, sembrerebbe alquanto incerta, vista la diversità di storie e di "vedute" dei senatori che ieri hanno contribuito a dare la fiducia al coverno Conte bis.

Già oggi al Senato vi è il primo test per il Governo, poiché si vota lo scostamento di bilancio necessario per l'ok al nuovo decreto ristori, mentre la prossima settimana dovrebbe cominciare l'esame del Recovery plan nelle commissioni, dove Italia Viva non mancherà di far sentire il proprio peso.

La "responsabilità" di Matteo Renzi e dei suoi parlamentari è stata ben dimostrata in questi giorni.

Così il segretario del Pd ha commentato la nuova situazione politica:"L'esito dei voti di fiducia alla Camera e al Senato conferma che non c'era nessun'altra ipotesi di governo che potesse prendere più voti nel passaggio parlamentare. Abbiamo evitato il salto nel buio, abbiamo fatto bene. Questo passaggio è importante. È stato importante aver scommesso e dire no al salto nel buio di una crisi. Ora si apre la sfida prioritaria del buon governo. L'altra sfida è costruire un progetto. Occorre voltare pagina, rafforzare e ampliare la forza parlamentare di questo governo che come i precedenti è un governo che trova la sua legittimazione nel voto parlamentare. Sono due passi da fare contemporaneamente".

E tanto per capire lo spirito che anima Italia Viva, è opportuno riportare la seguente dichiarazione del suo fondatore, Matteo Renzi:

"Oggi vedendo il PD completamente schiacciato sul M5S, ho capito perché ho fatto bene a lasciarlo un anno e mezzo fa. Il PD ha scelto come riferimento progressista chi ha firmato i decreti Salvini, chi ha firmato Quota100, chi fino a poco fa si dichiarava sovranista e populista".

Naturalmente, Matteo Renzi si è ben guardato dal ricordare che un anno e mezzo fa fu proprio lui, prima di lasciare il PD, a pretendere che quel partito si alleasse con il Movimento 5 Stelle e accettasse Giuseppe Conte come premier!