«Non ci sono smottamenti e non sono venti coloro che vanno via per personalismi o nel timore di non essere ricandidati. Inoltre, anche da noi a breve arriveranno due europarlamentari. C'è chi arriva e chi va via non ci trovo nulla di allarmante anche perché gli smottamenti veri sono quelli che provocano gli elettori».

Queste le parole di Antonio Tajani al Messaggero per commentare la nascita del gruppo parlamentare Coraggio Italia, presentato ieri in una conferenza stampa alla Camera, che ha come promotori il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

«Coraggio Italia nasce all’interno del centrodestra per dare una casa a tutti quei moderati che si sentono a casa in un movimento fatto di concretezza e pragmaticità – ha spiegato Toti –. Vogliamo riunire la diaspora dei moderati. Se domani mattina Forza Italia ha voglia di sedersi a discutere un grande partito di centrodestra questa è una casa aperta: venga chi vuole ma basta blocchi o veti per interessi e ambizioni personali a un centrodestra che si vuole riformare».

Mentre alla Camera il nuovo gruppo conterà 23 deputati, al Senato, al momento, sono solo in sei. A consentirne la nascita, parlamentari fuoriusciti da Forza Italia ma anche di altri partiti, come ha spiegato lo stesso Brugnaro:

«Voglio ringraziare i quattro ragazzi dei 5 Stelle che vengono con noi e anche quelli che lasciano Forza Italia. Ci siamo battuti tanto per cambiarla. Ringrazieremo sempre Silvio Berlusconi, ma oggi dobbiamo andare avanti, oggi è un altro tempo, dobbiamo avere coraggio».

Il passo di Montecitorio segue l'atto notarile firmato dal comitato promotore che entro 60 giorni prevede la nascita di Coraggio Italia anche come  movimento politico. Del comitato promotore, oltre a Toti e Brugnaro, fanno parte anche Marco Marin e Gaetano Quagliariello.

Ma rispetto a Tajani, il commento di un'altra big di Forza Italia, Mara Carfagna, è invece preoccupato:

«L’iniziativa dei colleghi Toti e Brugnaro rappresenta sicuramente un danno per Forza Italia che poteva e doveva essere evitato».

In una intervista a Repubblica, una dei transfughi, la ex passionaria berluschina Michaela Biancofiore spiega così l'addio all'amato leader:

«Dopo 28 anni è come un matrimonio a cui hai dato tutto e quindi il senso anche di fallimento è enorme. Ma quando ad amare è sempre uno solo, allora diventa difficile. Potrei raccontare tanti episodi in cui sono stata messa in cattiva luce agli occhi di Berlusconi. I fatti poi mi hanno sempre dato ragione. ...Non è solo Tajani. Quando qualcuno sale sul trono vicino a Berlusconi dimentica quanto di negativo è accaduto in un partito che alle europee del '95 era al 35%, mentre oggi oscilla tra il 6 e l'8%. Un partito che ha perso 50 parlamentari da quando è arrivato Tajani ai vertici. Nulla in contrario che sia il capo del partito se passasse dal rispetto dello statuto e magari da un congresso. In politica c’è una sola unità di misura: il consenso. E quando se ne vanno migliaia di dirigenti sul territorio, di eletti, di voti, allora devi prendere coscienza che il consenso non lo hai». 

E chissà che cosa avrebbe detto di Tajani se invece lo avesse identificato come unico colpevole del declino di Forza Italia, partito nato e vissuto con il suo fondatore, Silvio Berlusconi.

Adesso che Berlusconi è, per ragioni di salute, incapace di guidarlo (sono due mesi che non si fa né vedere, né sentire in pubblico), coloro che grazie a lui avevano fatto carriera, adesso sgomitano per occuparne lo spazio che una sua possibile dipartita (in riferimento ad un addio dalla scena politica) potrebbe creare, poiché è inimmaginabile che Forza Italia possa continuare ad esistere senza Berlusconi a guidarla.

Le prossime politiche, d'altra parte, incombono e ad un seggio in Parlamento, specialmente di questi tempi, è difficile rinunciarvi. Quindi, chi non ha speranza di farsi "assumere" da un Salvini o da una Meloni, qualcosa di deve pur inventare per sopravvivere!