Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Quarto appuntamento de “Un tè con i grandi classici”, conversazioni a cura di Sergio Martella, Associazione Arte e Psiche Lecce
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Sergio Martella, psicoterapeuta, offre una lettura psicoanalitica di "Robinson Crusoe": Ogni naufragio che induce all’isolamento, come pure ogni ammutinamento, sono metafore generazionali della perdita o del conflitto con i genitori. Ma il capolavoro di Defoe è anche una allegoria politica del ruolo dell’Inghilterra e del capitalismo nell’economia mondiale. Marx e Joyce individuarono chiaramente nel personaggio letterario inventato da Defoe il prototipo dell'avventuriero schiavista antesignano del colonialista britannico. Nella letteratura il naufragio è metafora del distacco e della perdita del legame familiare o della morte dei genitori. Sia che si tratti del gesto eroico di Ulisse che varca le Colonne d'Ercole, o del Titanic, o di Robinson Crusoe. Mentre l'ammutinamento è metafora della rivolta generazionale contro la famiglia e la società: siamo tutti sulla stessa barca! Pensate a L'ammutinamente del Bounty,o a Benito Cereno di Melville.
Per maggiori approfondimenti