Genova si prepara a ospitare un evento straordinario che promette di catturare l’attenzione degli amanti dell’arte.

Una mostra interamente dedicata a Ruffo Caselli, fondatore dell’Esistenzialismo Cibernetico, offrirà ai visitatori un viaggio emozionante attraverso le sue opere più celebri. Un’occasione unica per riscoprire un genio che ha saputo esplorare e anticipare l’intersezione tra tecnologia e umanità, dando vita a un linguaggio artistico inedito e senza tempo.

Un’attesa che cresce tra mistero e curiosità
La location dell’evento, che sarà annunciata dopo le festività natalizie, rimane per ora avvolta nel mistero, ma l’attesa tra gli appassionati è già palpabile. “L’esposizione promette di essere un’esperienza coinvolgente, in grado di trasportare i visitatori nel mondo dell’arte cibernetica,” ha dichiarato Carmen Gallo, curatrice della mostra e direttrice del Center for the Multidisciplinary Study of Cybernetic Existentialism, che da anni promuove l’eredità del Maestro a livello internazionale.

Il successo milanese e il ritorno in Italia
La mostra arriva sulla scia del trionfo ottenuto a Milano con l’esposizione “Il ritorno di Ruffo Caselli”, ospitata per cinque mesi nella sede di Azimut a Foro Bonaparte. Questa retrospettiva ha riportato in primo piano un artista che, pur essendo celebrato a livello globale, merita una riscoperta anche nel suo Paese. Le opere, molte delle quali realizzate a Milano nell’arco di cinquant’anni, hanno affascinato il pubblico per la loro capacità di unire estetica e riflessione sociale.

Le radici di un artista visionario
Nato a Firenze nel 1932, in via Palazzo dei Diavoli, Ruffo Caselli sembra portare nel suo destino un legame con l’ingegno di Leonardo Da Vinci. Dopo il trasferimento della famiglia a Milano, il giovane artista entra in contatto con l’ambiente culturale della città e stringe una significativa amicizia con Lucio Fontana. Da queste esperienze matura una ricerca pittorica autonoma e rivoluzionaria: le sue opere, animate da microprocessori, raccontano un’umanità mutante, sospesa tra realtà e denuncia sociale.

Esistenzialismo Cibernetico: l’eredità di Caselli
Le sue creazioni hanno colpito sin dagli esordi critici come Argan e Leo Castelli, che le hanno descritte come l’inizio di una “nuova civiltà dominata dagli automi”. Con i suoi dipinti, Caselli ha esplorato le contraddizioni di una società sempre più dipendente dalla tecnologia, sottolineando la solitudine dell’individuo e il rischio di smarrire i valori fondanti della civiltà umana.

Un artista senza confini
Negli anni ’80, Caselli si trasferisce a Manhattan, dove i suoi robot umanoidi diventano il simbolo di una visione futuristica che conquista pubblico e critica. Le sue opere sono state esposte e apprezzate in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Sud America, dalla Corea alla Russia. Anche negli ultimi anni di vita, trascorsi in una tranquilla residenza a Ovada, il suo genio non è passato inosservato, continuando a lasciare un segno nel panorama artistico globale.

Arte, ironia e riflessione sul futuro
Oltre alla sua capacità di anticipare temi tecnologici e sociali, Caselli ha sempre fatto ricorso a un’ironia sottile e raffinata, rendendo le sue opere accessibili e capaci di stimolare una riflessione profonda. In un mondo in costante evoluzione, la sua arte rappresenta un ponte ideale tra passato, presente e futuro, offrendo uno sguardo critico e poetico sulla realtà.

Con la mostra genovese, l’opera di Ruffo Caselli continua il suo percorso di celebrazione, ricordandoci che il dialogo tra arte e tecnologia non è mai stato così attuale.