Portland, capoluogo della contea di Multnomah e con oltre mezzo milione di abitanti la città più grande dell'Oregon, è diventata uno dei principali centri delle manifestazioni contro la brutalità e il razzismo della polizia dall'uccisione di George Floyd avvenuta a Minneapolis il 25 maggio scorso.

La città è stata teatro di frequenti proteste, tanto che Trump a luglio vi aveva inviato delle forze federali per supportare le forze dell'ordine locali, ottenendo come risultato quello di incendiare ancora di più la rabbia dei manifestanti.

Sabato sera, durante l'ultimo raduno pro Trump, è il terzo che consecutivamente si svolge ogni sabato, quei manifestanti si sono scontrati con quelli che che manifestavano a favore di Black Lives Matter. Sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco tra Southeast 3rd Avenue e Southwest Alder Street ed un uomo è stato ucciso, vittima di una ferita da arma da fuoco al petto.

La polizia, intervenuta sul posto, dopo aver cercato di prestare soccorso all'uomo ma inutilmente a causa della ferita, ha avviato un'indagine per omicidio, anche se al momento non ha alcuna idea di come si siano svolti i fatti. Per i media presenti l'uomo rimasto ucciso indossava un cappello legato al gruppo di estrema destra Patriot Prayer.

La manifestazione pro Trump era costituita da circa 600 tra auto e furgoni che trasportavano sostenitori di Trump che si sono riuniti in un centro commerciale alla periferia di Portland, per poi entrare nel centro della città, aggredendo i manifestanti del Black Live Matters, che avevano cercato di impedire loro di entrare in città bloccando le strade, con spray al peperoncino e palline.

La polizia ha effettuati alcuni arresti tra entrambi i gruppi.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, la notizia che il presidente Trump, martedì prossimo, si recherà a Kenosha, la città del Wisconsin dove si sono avuti disordini dopo il ferimento di un uomo di colore colpito alla schiena da 7 colpi di arma da fuoco sparati da un poliziotto.

Trump andrà a Kenosha per incontrare la polizia locale e valutare i danni alla città causati dalle recenti proteste, ma non per incontrare i familiari di Jacob Blake, la persona ferita dalla polizia, alsmeno secondo quanto finora comunicato dal portavoce della Casa Bianca, Judd Deere.