Era il 15 settembre 2018, quando il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci, esprimeva già il proprio giudizio sulla proposta di legge voluta da Matteo Salvini sulla legittima difesa: «Quello sulla legittima difesa è un ddl che può essere molto rischioso. Se approvato rischierebbe di legittimare reati gravissimi, fino all'omicidio. Non si può prescindere dal principio della proporzionalità tra offesa e difesa.»

Naturalmente, a stretto giro, arrivò la risposta "social" del ministro dell'Interno: «Il sindacato dei magistrati (Anm) oggi ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla LEGITTIMA DIFESA perché inutili e rischiose. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima.»


Oggi la storia si ripete, perché la legge è di nuovo all'ordine del giorno con la notizia che la conferenza dei Capigruppo di Montecitorio ha calendarizzato per il prossimo 5 marzo l'approdo in Aula della legge sulla legittima difesa, che inizialmente era previsto già per questa settimana.

Così il presidente dell'ANM si era espresso questa mattina sull'argomento, durante un'intervista radiofonica, quando ancora non era conosciuta la data di discussione in Parlamento, dopo l'annuncio del rinvio.

«È una buona notizia, speriamo che sia sine die - aveva dichiarato Francesco Minisci. - Noi vogliamo che la riforma non si faccia. Non ce n'è bisogno, perché l'istituto della legittima difesa è sufficientemente regolamentato. La tutela rafforzata della legittima difesa nel domicilio e nel negozio è già stata introdotta nel 2006.

Con questa riforma, si lancia il messaggio sbagliato che se succede un fatto astrattamente riconducibile alla legittima difesa non si deve fare nessun accertamento.

Questo non è possibile, perché se un soggetto muore, le indagini il PM le deve fare!»

Minisci, nell'intervista, ha poi anche sottolineato profili di incostituzionalità presenti nel testo in relazione al fatto che la nuova legge «fa differenza tra la legittima difesa e le altre discriminanti, che hanno invece tutte la stessa dignità».


La nuova legge, senza dichiararlo esplicitamente perché l'incostituzionalità sarebbe troppo evidente, vorrebbe far sì, secondo quanto Salvini propaganda, che chiunque spari ad un ladro all'interno della propria abitazione sia sempre e comunque giustificato.

Quindi, rispetto al testo precedente che regola la materia sono stati aggiunti alcuni passaggi e un avverbio che, surrettiziamente, dovrebbero permettere ciò che Salvini promette.

A tale scopo, infatti, è stata introdotta la "presunzione di legittima difesa per chi, in casa o nella propria azienda, agisca per difendersi dagli sconosciuti che cercano di entrare, con violenza, minaccia di usare armi o con altri mezzi di coazione fisica". Inoltre, è stato aggiunto anche l'avverbio "sempre" nel riconoscere lo stato di legittima difesa per chiunque cerchi di "respingere l’intrusione con violenza, minaccia di uso di armi e di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone".

Ma nonostante le capriole lessicali di Salvini e della sua consulente, l'azzeccagarbugli delle prescrizioni Giulia Bongiorno, il nodo della questione rimane. Sarà comunque sempre un giudice a dover stabilire la proporzionalità tra offesa e difesa.

Lunedì, in una trasmissione tv condotta da un intrattenitore in sembianze di giornalista, tal Porro, il ministro dell'Interno Salvini si vantava di essere andato a trovare in carcere un martire della giustizia, perché ritenuto colpevole di tentato omicidio nei confronti di una persona che aveva trovato a rubare nella sua azienda.

Salvini, senza che l'intrattenitore intervenisse, tra gli applausi del pubblico dichiarava che il povero imprenditore era detenuto perché accidentalmente dal suo fucile era partito un colpo che aveva ferito il ladro. Così l'imprenditore aveva detto a Salvini e lui, ovviamente, non ha motivi di dubitare che tale versione sia quella vera.

Peccato che una sentenza passata in giudicato abbia stabilito che l'imprenditore abbia in realtà fatto stendere a terra il ladro per poi sparargli contro con un fucile a pompa, ferendolo gravemente. Una vera e propria esecuzione.


E secondo Salvini, con la sua nuova legge, quanto sopra descritto sarebbe legittima difesa? Non c'è modo di saperlo, visto che né lui, né altri sono finora riusciti a spiegarcelo. In compenso il ministro non ha mancato di ribattere al giudizio dell'ANM: «Non spetta a un magistrato dire quale legge bisogna fare e non fare. Si mettano l'anima in pace, sia in redazione al Corriere della Sera [che aveva anticipato il rinvio della legge per problemi con i 5 Stelle, ndr] che i magistrati di sinistra: la legittima difesa sarà legge entro marzo.»