Difficile comprenderne il senso. In ogni caso i (post) fascisti al governo, per nascondere le loro politiche fallimentari insieme alle loro difficoltà, creano il solito polverone con polemiche basate sul nulla, anche grazie al fatto di non avere alcuna vergogna per le cretinate di cui pretendono di andar fieri. Anche in questo caso, cretinate va inteso come garbato eufemismo in sostituzione di un termine molto più appropriato, ma molto meno elegante.

L'ultima cretinata di cui si è resa protagonista la destra (post) fascista è stata promossa dal vicesegretario della Lega Andrea Crippa che si è messo in testa di chiedere al ministro della (sub) Cultura, Gennarino Sangiuliano, di licenziare su due piedi il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco.

Il motivo? Essere di sinistra e razzista... ma solo verso gli italiani, altrimenti non ci sarebbe stato alcun problema.

Ma perché tale accusa?

Perché Greco è colpevole di aver vinto in appello una causa contro il leghista Crippa che nel 2018 lo aveva accusato di discriminazione razziale nei confronti degli italiani ( e dei cristiani) per alcuni sconti fatti ai giovani di lingua araba, per far sì che anche loro potessero accedere più facilmente al museo egizio e in tal modo conoscere meglio una parte importante della storia del nord Africa.

Al tempo anche l'attuale premier, in qualità di presunta cristiana, cavalcò la polemica in un faccia a faccia che Giorgia Meloni, probabilmente, vorrebbe poter cancellare

Infatti, alla domanda della Meloni "Io sono cristiana, va bene uguale?", il direttore Greco aveva risposto: "Io sono cattolico. Cattolico cosa vuol dire? Universale. Con questa promozione vogliamo avvicinare delle persone che proprio in Egitto non si sono approcciate al loro patrimonio. Il museo è di tutti. Non riceviamo finanziamenti pubblici. Siete voi che state usando in maniera politica questa cosa".

Ulteriore elemento di assurdo nella richiesta di Crippa, comunque non da stupirsene essendo vicesegretario di Salvini, è l'aver chiesto al ministro della Cultura di intervenire su una cosa dove non ha autorità alcuna.

Infatti, dal 21 ottobre 2004, il Museo Egizio di Torino è una fondazione privata (Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino), di cui il Mibact è solo uno dei soci fondatori, insieme alla Regione Piemonte, alla Città di Torino, alla Compagnia di San Paolo e alla Fondazione CRT.

Sono i soci a nominare il direttore del museo e sono solo loro ad avere il potere di cacciarlo... ma, a meno che non vogliano perder la faccia, è piuttosto complicato che lo facciano, visto che Greco è uno dei più affermati egittologi al mondo e un ottimo curatore, tanto che il museo egizio di Torino è uno tra i più importanti tra quelli presenti nel "globo terracqueo". 

Nella polemica, ahi lui, è stato trascinato senza averne bisogno, viste le assurdità già dette in precedenza, anche il ministro Gennarino Sangiuliano, a cui ieri è stato chiesto di esprimersi sulla vicenda.

"Sono a Milano, non parlo di Torino",

questa è stata la risposta del ministro. Ma la dichiarazione è solo rimandata, perché l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, adesso parlamentare 5 stelle, ha annunciato un'interrogazione per chiedere al ministro di prendere posizione.

Sangiuliano in tal modo, come Crippa in precedenza, avrà così la possibilità di dire l'ennesima...