Una nota di colore, anzi, di puro divertimento collegata alla visita di Zelensky a Roma: il commento del non camerata Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d'Italia e co-presidente del gruppo dei conservatori (post-fascisti) a Bruxelles, una delle due voci di Giorgia Meloni al Parlamento europeo:
"La presenza del presidente Zelensky in Italia - ha dichiarato Procaccini - avvicina ulteriormente l'Ucraina all'Europa, rafforzando il percorso di adesione di quella nazione alla UE avviato nei mesi scorsi. Una aspirazione sostenuta dal governo italiano e legittimata dal ruolo dell'Ucraina quale presidio di sicurezza e libertà per l'intero continente europeo".
E poi viene il meglio:
"Al contempo - continua Procaccini- la presenza a Roma di Zelensky conferma la centralità del nostro governo a fianco dell'Ucraina. L'Italia di Giorgia Meloni non scappa di fronte alla Storia ed è pronta a sostenere il prezzo della responsabilità. La terribile sofferenza che sta sopportando il popolo ucraino ci racconta di un amore insopprimibile per la propria patria e per la libertà. Valori che condividiamo ardentemente, attraverso un sostegno che è anche ricerca della pace come rispetto dell'ordine e del diritto internazionale e difesa della libertà delle nazioni".
Dichiarazioni simili non si commentano, si annotano e poi si fanno (ri)leggere a quei "sinceri democratici" che adesso dicono che questa maggioranza di governo non ha nulla a che vedere con il ventennio.