Sarà processato per pedofilia il cardinale australiano George Pell, lo ha deciso il tribunale di Melbourne, città dove il porporato è stato arcivescovo dal 1996 al 2001.
Dopo 4 settimane di udienze durante le quali sono state ascoltate decine di testimonianze incrociate, il giudice di Melbourne, Belinda Wallington, ha stabilito che ci sono prove sufficienti per un vero e proprio rinvio a giudizio di Pell, uomo chiave del governo di Papa Francesco che prima lo ha voluto nel suo “C9”, il Consiglio di cardinali che lo aiuta nella riforma della Curia romana e poi lo ha nominato prefetto della Segreteria per l'economia.
Il porporato australiano è accusato di abusi sessuali ai danni di minori avvenuti tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta a Ballarat, suo paese natale, e tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000 nella diocesi di Melbourne quando Pell ne era alla guida.
I dettagli delle diverse accuse non sono ancora stati resi noti, ma oltre a quelli che lo vedono direttamente coinvolto vi sarebbero episodi di copertura di altri sacerdoti pedofili e perfino uno stupro.
L’accusa che i magistrati australiani rivolgono a Pell non solo è gravissima, ma non ha precedenti nella storia della Chiesa cattolica perché mai prima d’ora un porporato, ovvero uno dei più alti esponenti della gerarchia ecclesiastica, era stato processato per essere rimasto coinvolto a vario titolo in episodi di pedofilia.