Donald Trump, tra telefonate vere o presunte per porre fine ai conflitti in corso in Europa e Medio Oriente, ha iniziato anche a metter mano alla sua squadra di governo in vista del ritorno alla Casa Bianca, che avverrà a partire dalla seconda metà di gennaio 2025.
Le ultime due nomine riguardano il 62enne Tom Homan, in passato direttore ad interim dell'Immigration and Customs Enforcement (Ice) che continuerà ad occuparsi di frontiere, e la 40enne deputata di New York Elise Stefanik, nominata ambasciatrice presso le Nazioni Unite.
In un post su Truth, la sua piattaforma social, Trump ha dichiarato che Homan (definito "The Border Czar") sarà responsabile dei confini della nazione, compresi - oltre quelli terrestri - anche quelli marittimi e aerei.
Inoltre, ha aggiunto che sarà responsabile di tutte le "deportazioni degli immigrati clandestini nei loro Paesi di origine", come promesso in campagna elettorale.
Homan è un sostenitore della Heritage Foundation, un think-tank ultra conservatore ritenuto uno dei principali promotori dietro l'ascesa del neofascismo negli Stati Uniti.
Stefanik è diventata la donna più giovane mai eletta al Congresso nel 2014, all'età di 30 anni, e alla Camera bassa del Congresso continua a rappresentare il 21° distretto di New York. Trump la descrive come "una combattente incredibilmente forte, tenace e intelligente, sostenitrice dell'America First".
Altri nomi che avranno un incarico nella nuova amministrazione sono il miliardario Elon Musk, che dovrebbe occuparsi di tagliare la spesa pubblica (evidentemente licenziando quante più persone possibile) e Robert F. Kennedy Jr, che ha rinunciato alla propria candidatura per sostenere Trump, che - pare - dovrebbe finire a gestire la sanità. Al senatore della Florida Rick Scott potrebbe venire offerto il ruolo di leader della maggioranza del Senato.
Trump ha poi affermato che a Nikki Haley e a Mike Pompeo, entrambi importanti membri della sua prima amministrazione, non verranno offerti nuovi incarichi.