"La mia posizione l’ho espressa con chiarezza con il comunicato rilasciato ieri pomeriggio. Io credo che De Angelis abbia commesso un errore importante nel parlare in termini di certezza. Questa è una cosa che mi sento di rimproverargli. Ha parlato a titolo personale, questo ancora una volta ci tengo a chiarirlo. Bisogna stare attenti. Ha commesso un errore grave, adesso farò le mie valutazioni. Oggi mi confronterò con lui. C’è una sfera privata e una sfera pubblica. Certo, bisogna stare attenti: ha commesso un errore grave. Adesso io farò le mie valutazioni, ma c’è comunque una sfera di libertà individuale che ovviamente va contenuta nei limiti di quello che è il rispetto del prossimo e delle sentenze. Ma De Angelis non ha alcun ruolo politico nell’amministrazione regionale. Io mi sento con la Meloni spessissimo. Abbiamo avuto modo di sentirci, ma velocemente: mi ha chiesto ovviamente di approfondire, di chiarire e sicuramente non era felice per quanto accaduto".
Questo è quanto ha detto oggi ai microfoni di Sky il presidente del Lazio, Francesco Rocca, a commento delle dichiarazioni rilasciate dal responsabile della comunicazione istituzionale della regione, Marcello De Angelis, sulla strage di Bologna, in relazione alla quale aveva dichiarato che inchieste e sentenze non ne avevano ricostruito la verità storica, dai mandanti (di cui sappiamo in parte) agli esecutori. In sostanza per l'ex terrorista fascista Marcello De Angelis, la strage di Bologna non doveva avere l'etichetta di strage neofascista.
Che Rocca abbia parlato o meno con De Angelis e, nel caso, che cosa si siano detti, non lo sappiamo ancora. Quel che però possiamo già fin d'ora anticipare è che De Angelis non si dimetterà dal suo ruolo in regione e che Rocca non lo caccerà. Il perché lo spiega la retromarcia odierna di De Angelis che, dopo aver affermato che si sarebbe fatto bruciare sul rogo come Giordano Bruno prima di ritrattare ciò che aveva detto, oggi ha ritrattato!
Questa è la sua nuova, ennesima, dichiarazione:
"Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti.Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili.Ho altresì il dovere di fare chiarezza su affermazioni che possono essere fraintese per l’enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed è stata rinfocolata in questi mesi.I colleghi giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista - pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza - infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile.Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore.Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica.In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l’unica mia certezza è il dubbio.Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come “E se fossero innocenti”.Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini.Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi.Per tutte le vittime della folle stagione dei cosiddetti anni di piombo e dei loro familiari ho il massimo rispetto, vieppiù per chi sia finito sacrificato innocentemente in eventi mostruosi come le stragi che hanno violentato il nostro popolo e insanguinato la nostra Patria massacrando indiscriminatamente.Nel ribadire il mio rispetto per la Magistratura, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate.Ho appreso che l’attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l’attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze già emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri.Ribadisco le mie profonde scuse nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri.Viviamo per fortuna in una società civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti".
Naturalmente e giustamente, le opposizioni ne chiedono comunque le dimissioni e, ancor di più, il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi:
"Le scuse? Irricevibili. Una pezza peggiore del buco. Ma De Angelis non aveva detto di volersi immolare sul rogo come Giordano Bruno? Mi pare che con questa replica che pare dettata per evitare querele, visto che ha dato dei mentitori alla magistratura, voglia solo evitare le dimissioni, l'unica cosa che per noi dovrebbe fare".
"Pensierino" conclusivo. Il governo dei conservatori mascherati, che in pubblico si danno del patriota e in privato si danno del camerata, è per molti fascisti convinti, come pare essere ancora Marcello De Angelis, una specie di invito al liberi tutti, che consenta loro di poter dire che Mussolini ha fatto anche cose buone, riscrivendo la storia del ventennio e quella delle stragi dagli anni '70 in poi. Meloni è contraria al fascismo e a una riscrittura della storia? No. È solo che ci vuole arrivare gradualmente, facendo pian piano diventare normale e giusto ciò che fino a ieri era condannato e da condannare. E c'è purtroppo qualche pseudo-intellettuale con la puzza al naso che ancora non lo ha capito... a meno che faccia finta di non averlo capito per pura convenienza.