Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze).La differenza tra una persona d’onore e uno che non vale niente è il rifiuto di aderire a versioni di comodo quando invece si conosce la verità. E accettare la bugia perché così si può vivere più comodi.Intendo proclamare al mondo che Cristo NON è morto di freddo e nessuno potrà mai costringermi a accettare il contrario. Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini.Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”. E se io dico la verità, loro - ahimè - mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni.Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi.Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha SICURAMENTE qualcosa da nascondere. A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…Come Giona tra i flutti non tremo… Vieni a prendermi balena, non ti temo. E scusate se ve lo dico - col massimo del rispetto e dell’amicizia - a questo post non basta mettere un “mi piace”, dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…

Chi lo ha scritto sulla propria pagina Facebook? Marcello de Angelis.

Chi è costui? Attualmente è il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, il cui presidente è Francesco Rocca, candidato alle ultime regionali per Fratelli d'Italia. In passato, dopo aver militato nel Fronte della Gioventù (1974), nel 1977 con il fratello maggiore Nazareno entra in Lotta Studentesca, dalla cui costola nascerà, nel 1978, Terza Posizione (movimento eversivo neofascista). Il fratello Nanni muore il 5 ottobre 1980 nel carcere di Rebibbia.

Dopo la strage di Bologna, Terza Posizione è messa al bando, alcuni leader del movimento sono oggetto di mandati di cattura per associazione sovversiva e banda armata e De Angelis, venuto a conoscenza che alcuni suoi amici latitanti a Londra stanno per essere arrestati, parte per avvisarli, ma viene arrestato e per sei mesi resta nel carcere londinese di massima sicurezza di Brixton.

I giudici inglesi negano l'estradizione in Italia per la natura politica dei reati contestati e De Angelis, uscito di prigione, inizia a lavorare come grafico. Nel 1989 torna in Italia, si costituisce ed è condannato a 5 anni e sei mesi di reclusione per associazione sovversiva e banda armata. Ne sconta tre, uscendo dal carcere nel 1992.

Da allora, De Angelis riprende progressivamente a fare politica con Alleanza Nazionale nella corrente della destra sociale di Alemanno e Storace. fino ad approdare in Parlamento, prima come senatore di AN e poi come deputato del PdL fino al 2013. Progressivamente, da moderato è tornato ad essere un estremista di destra dell'area parlamentare e il patriota Rocca, divenuto presidente della regione lo ha voluto (lui?) come responsabile della comunicazione. Da aggiungere che De Angelis è stato direttore del Secolo d'Italia dal 2011 al 2014.

A parti invertite, se de Angelis fosse stato di sinistra, i facinorosi propagandisti del (post) fascismo che imperversano sui media avrebbero inveito con la bava alla bocca contro di lui e contro chi l'avesse nominato all'incarico che ricopre attualmente. Invece, essendo stato un terrorista neofascista, i vari Porro, Belpietro, Sallusti, ecc., insieme alla corte dei miracoli dei parlamentari dell'attuale maggioranza non hanno avuto nulla da obiettare.

E non sembra abbiano nulla da obiettare neppure contro la riscrittura della verità storica sulla strage di Bologna da parte di de Angelis che, in relazione all'estraneità dell'attentato da parte di Mambro, Fioravanti e Ciavardini (che è anche suo cognato), non solo non porta prove, ma in base a quel che dice sembra voler dichiarare che i neofascisti con quella strage non abbiano nulla a che fare, nonostante tutto quello che in questi anni hanno dimostrato e sancito inchieste e sentenze.

I conservatori del (post) fascismo attualmente al governo non hanno avuto niente da replicare alle dichiarazioni di Marcello de Angelis. Non è una sorpresa, visto che quasi tutti si sono ben guardati dal ricordare la matrice neofascista della strage di Bologna.

Ma non è stato così per altri, come ad esempio l'Anpi che, tramite Fabrizio De Sanctis, componente della Segreteria nazionale e Presidente del Comitato provinciale di Roma, ha  rilasciato queste parole all'Ansa:

"Le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale del presidente della Regione Lazio, confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l'innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa  e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore. De Angelis si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina".

Nel frattempo, mentre i conservatori del (post) fascismo non sembrano aver nulla da dire, Marcello de Angelis rilascia un'ulteriore dichiarazione:

"Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso".

A dir la verità, le conseguenze di cui parla non ci sono state e non sembrano esserci. Però, perché attendere le "conseguenze" da parte di altri, quando de Angelis può tranquillamente dimettersi, da solo e senza alcun aiuto, dalla carica di responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio?

Allora... se i rappresentanti dell'attuale maggioranza non vogliono esser definiti fascisti, perché hanno così grande difficoltà a prendere le distanze dal fascismo?

Infine, la dichiarazione di Elly Schlein, segrtaria del Partito Democratico:

"Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna: non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l’associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell’ordine hanno lavorato in questi anni. Tantomeno se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio: servono dimissioni immediate. Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia del ‘900. Le evidenze processuali dimostrano che è stata una strage di matrice fascista commessa da organizzazioni neofasciste, con un disegno eversivo, facilitato da apparati deviati dello Stato. E se qualcuno fatica a riconoscerlo non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di nessun tipo". 

Il presidente della regione Lazio, Rocca, ha inizialmente cercato di far finta di niente, poi, a seguito del montare della polemica (e dell'indignazione) si è visto (o è stato?) costretto a rilasciare la seguente dichiarazione:

"Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti. Essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo averlo incontrato. La stagione delle stragi in Italia, di cui Bologna è stato l'episodio più straziante, è ancora una ferita aperta per il nostro Paese. Le sentenze si rispettano e vista la mia professione di avvocato non posso che ribadire questo. Il rispetto per le sentenze non esime dalla volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati. De Angelis si è espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale che, per altro non è quella di portavoce come erroneamente riportato da numerosi giornali. La mia portavoce, infatti, è Carla Cace. Il ruolo di De Angelis,  responsabile della comunicazione istituzionale della Regione, è un ruolo tecnico per il quale è stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l'indirizzo politico dell'istituzione che mi onoro di rappresentare".

Naturalmente il "patriota" Rocca si è "dimenticato", anche lui come gli altri "patrioti", di ricordare che le sentenze che dice di rispettare hanno definito la strage di Bologna una strage neofascista.

Ma perché i presunti "conservatori" hanno così tanta difficoltà nel condannare il fascismo?