Martedì sera Matteo Salvini è stato intervistato da Giovanni Floris come ospite, da remoto, nella sua trasmissione in onda su La 7. 

Floris ha fatto presente a Salvini che, in relazione all'emergenza coronavirus, sono state messe sotto accusa certe scelte della classe dirigente lombarda, anche in rapporto a quanto fatto dal Veneto, altra regione a guida leghista, ma con una diversa gestione della sanità.

Di seguito è riassunto come Salvini ha risposto alla domanda.

L'anno scorso 100mila persone da tutta Italia sono venute a farsi curare in Lombardia. Il sistema della sanità lombarda è stato "travolto da un'epidemia senza precedenti nella storia dell'uomo". Oggi, finalmente, grazie a questi sforzi ci sono meno ricoverati negli ospedali e meno ricoverati in terapia intensiva, "meno morti che in tutte le altre settimane precedenti e, soprattutto, dalla Lombardia oggi arriva una notizia di speranza per tutta Italia... dal Policlinico San Matteo di Pavia arriva l'ipotesi di avere un esame del sangue che permette a centinaia di migliaia di persone di sapere se sono immuni o no".

Questo il video dell'intervista. Il passaggio sopra riportato (e in parte sintetizzato) è visibile a partire dal minuto 3:45.


Come è normale per qualsiasi politico in difficoltà, Salvini fugge dal nocciolo della questione, oltretutto provando a rigirare la frittata con una affermazione che possiamo riassumere in questi termini: la sanità lombarda è la migliore d'Italia e quel che è stato fatto è il meglio che si poteva fare contro "un'epidemia senza precedenti nella storia dell'uomo". L'ultima affermazione, ovviamente, è una "cretinata" su cui possiamo sorvolare. 

Invece, non possiamo sorvolare sul fatto che nessuno ha messo sotto accusa medici e infermieri, quanto piuttosto la gestione dell'emergenza da parte della politica, in questo caso della politica lombarda, delle cui decisioni anche medici e infermieri hanno dovuto subire le conseguenze.

Così, Salvini non ha spiegato come e perché la regione Lombardia non si sia accorta del focolaio epidemico della provincia di Bergamo, abbia deciso di utilizzare le strutture delle Rsa per ospitare gli ex malati da Covid ancora positivi (come voler creare un deposito di nitroglicerina all'interno di una raffineria), abbia ostacolato le decisioni del responsabile sanitario del Pio Albergo Trivulzio fino a tentare di cacciarlo, non si sia accorta delle centinaia di morti che la Covid stava facendo nelle Residenze sanitarie assistenziali, abbia potuto allestire la pagliacciata delle mascherine subito disponibili quando invece lo sarebbero state - e solo in parte - dopo una settimana... un po' quanto accaduto per i 24 posti letto dell'ospedale costruito a Milano in due padiglioni della ex Fiera.

Salvini ne avrebbe avuti di argomenti su cui dare spiegazioni, non tanto perché sia lui ad essere direttamente responsabile di ciò che ha fatto finora il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, quanto perché è stato lui ad aver sempre elogiato  quelle decisioni, indicando Fontana come quanto di meglio i lombardi non potessero sperare in un momento simile. E allora perché non spiegare anche a chi lo stava ascoltando i motivi che lo avevano indotto ad arrivare ad una tale conclusione?

Nonostante gli sforzi di Salvini di nascondere la realtà, le problematiche sopra citate (che sono solo quelle più evidenti) rimangono ancora senza risposta e prima o poi ad esse una risposta dovrà essere data. Infatti, è molto probabile che una parte dei parenti dei morti per Covid in Lombardia non si accontenti della spiegazione che i loro cari siano deceduti a causa della sorte avversa.