La Regione ha deciso di avocare a sé la responsabilità dei piani regolatori del porti di Cremona e Mantova. Un orientamento che trova la contrarietà mia e del collega Alloni.
Infatti - in particolare quello di Mantova che garantisce la navigabilità con Venezia per 365 giorni l'anno - sono entrambi un punto di intermodalità strategica per il trasporto merci tra il cuore della Valpadana e l'Adriatico. Un vero blitz, effettuato per ora in Commissione.
D’ora in poi non saranno più le Province a dover redigere i piani, ma la Regione, con una soluzione che anziché semplificare complicherà, allontanando dai territori le decisioni che li riguardano.
Con la nuova normativa, infatti, sarà la giunta regionale ad elaborare la proposta di piano regolatore portuale, d’intesa con i comuni e con la provincia, sentiti gli enti gestori delle aree regionali protette territorialmente interessate.
Siamo al paradosso che si utilizza una legge di semplificazione per complicare le procedure ed allungare i tempi, effettuando un vero e proprio scippo ai danni dei territor.
Il caso di Mantova è esemplare, visto che da tre anni la Regione non ha dato il via libera al piano redatto dalla Provincia, peraltro ai sensi di una norma della Regione stessa e già sottoposto a VAS, e ora si mette nelle condizioni di rifarlo da capo. Abbiamo presentato in commissione territorio diversi emendamenti per cambiare la norma ed evitare di buttare il bimbo con l’acqua sporca, ma sono stati tutti respinti.
Altro che attenzione ai territori e al “Grande fiume Po”, la Regione ancora una volta si dimostra centralista, ignorando il dialogo con le comunità locali sempre più considerate periferie dell’area metropolitana.