Il settimanale L'Espresso, tra il 3 giugno e il 15 luglio 2018, pubblicò una serie di articoli sulla vicenda dei 49 milioni di euro che riguarda la Lega. Importo ricevuto da quel partito, quando era guidato dal segretario federale Umberto Bossi, in seguito a rimborsi elettorali non dovuti. 

Al momento di recuperare la somma, nelle casse del partito vi erano però solo tre milioni. La Procura di Genova, allora, aprì un'inchiesta per sapere dove fossero andati a finire i restanti 46 milioni sottratti allo Stato. 

Che la cosa venisse pubblicizzata sui media, ed in particolare su L'Espresso, non piacque ai vertici attuali della Lega - il cui coinvolgimento nella vicenda è tutto da chiarire - che presentarono delle querele per diffamazione.

In base a quanto riporta L'Espresso, il Tribunale di Velletri si è espresso nel merito di quelle querele "proposte (e pubblicizzate) dal leader leghista [Matteo Salvini, ndr], quando era ancora ministro dell'Interno, dal suo vice, Giancarlo Giorgetti, già sottosegretario alla presidenza del consiglio, e dal tesoriere del partito, l'onorevole Giulio Centemero". 


Che cosa ha deciso? Di confermare quanto già il PM aveva stabilito dopo un primo esame della causa giudicando "infondate tutte le ipotesi di pretesa diffamazione, dopo aver esaminato i documenti presentati dai giornalisti, illustrati nelle memorie difensive degli avvocati dell'Espresso".

Ma per la Lega di Salvini quel pronunciamento era insoddisfacente e così, facendo opposizione all'archiviazione, chiese questa volta ai giudici del tribunale di incriminare i giornalisti autori dell'inchiesta sui 49 milioni. 

La sentenza è arrivata ed è stata di assoluzione piena dei giornalisti.

Come riporta L'Espresso, i magistrati hanno riconosciuto che tutti gli articoli «sono il risultato dell'attività d'inchiesta portata avanti dai giornalisti, i quali, come attestato dalla copiosa documentazione depositata in allegato alla memoria difensiva, hanno ricercato le notizie, ripercorso gli eventi e tentato di ricostruire, nei limiti del possibile, la gestione delle finanze del partito politico Lega Nord. Argomento, quest'ultimo, che riveste un indubbio rilievo, stante l'interesse pubblico alla ricerca della verità conseguente agli scandali finanziari che hanno travolto il partito in questione».
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Stavolta, da parte di Matteo Salvini e della "bestia" di Luca Morisi, suo spin doctor, nessun commento al riguardo.