Un focus sui bambini e i ragazzi fragili è stato l’obiettivo dell’incontro dal titolo “Bambini e ragazzi fragili. Le buone pratiche nella scuola” svoltosi a Palazzo D’Amico su iniziativa dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Lydia Russo, momento in cui insegnanti e medici hanno potuto vicendevolmente scambiarsi i propri punti di vista, condividere esperienze dirette e riflettere su quali siano oggi i disagi dei ragazzi e come cercare di mitigarli.

Dopo l’introduzione di Russo, che nella veste di insegnante vive in prima persona i malesseri e le esigenze dei ragazzi e che ha voluto fortemente l’incontro e la presenza di ciascuna relatrice per aprire un confronto necessario sulla tematica, è stata la pedagogista Maria Rita Tricamo ad introdurre le relatrici, sottolineando che “l’incontro non ha nulla di istituzionale; ma è un momento di approfondimento per capire cosa angoscia i ragazzi, visto che dati alla mano, uno su tre ha paura del futuro”.

Emanuela Stracuzzi, neuropsichiatra, ha affrontato l’argomento dal punto di vista medico, spiegando le diverse fasi di sviluppo del cervello dei ragazzi, che spesso diventa proprio uno dei fattori, che li porta a compiere determinati comportamenti, affermando che “le problematiche dei ragazzi devono considerarsi come fragilità evolutive”.

Stracuzzi ha anche evidenziato come si stiano ormai da qualche anno sviluppando nuove problematiche, nuove insorgenze della sfera emotiva, che comprendono stati d’animo ansiosi, depressivi, disturbi del sonno. La “vita in rete” rappresenta ormai il mezzo primario, da cui scaturiscono alcune problematiche, difficili da controllare e allo stesso tempo inevitabili; ma, come Giusy Pino in qualità di psicologa ha sottolineato “non si può attribuire il disagio dei ragazzi all’uso di Internet. Sarebbe impossibile evitarlo, perché anche noi come adulti lo utilizziamo in maniera spropositata, ma sicuramente si può limitare cercando di far capire loro che esiste una separazione tra pubblico e privato indispensabile”.

Di seguito il contributo del responsabile del settore Servizi sociali del Comune, Filippo Santoro, il quale ha evidenziato come “oggi siamo spessi distratti da ciò che ci circonda, perdendo di vista magari il malessere o la difficoltà del compagno di banco o di chi ci sta accanto. Spesso poi, sullo stesso accadimento possiamo sviluppare visioni diverse. Questo perché ciascuno di noi si focalizza su un aspetto per lui prioritario. È come se fossimo diventati chiusi ai sentimenti con tutte le conseguenze che ne possono derivare. In questo il mondo di Internet non ci aiuta”. In chiusura la prof. Angela Ollà, insegnante alla scuola media Rizzo, ha sottolineato la necessità di un diverso approccio, che il docente deve avere con i ragazzi.

“È proprio nella loro diversità ed unicità che i ragazzi vanno considerati. È da qui che si può partire per cogliere cambiamenti caratteriali sospetti, cogliere i turbamenti e tentare di trovare una soluzione”. Lydia Russo ha voluto ringraziare la Ollà per il grande contributo educativo, che giornalmente porta agli studenti, i primi a riconoscerle tale merito.