Il Movimento 5 Stelle ha dovuto la sua fortuna alle scelte politiche fatte dagli altri partiti negli ultimi anni. Scelte che, al di là delle dichiarazioni di facciata, hanno scommesso sul rilancio dell'economia italiana puntando solo su alcune componenti della società, con la speranza che queste potessero far poi da traino a chi, volutamente e scientemente, era stato lasciato indietro.

Denunciando questo stato di cose, peraltro innegabile, i 5 Stelle hanno progressivamente costruito il loro successo elettorale, culminato alle politiche del 4 marzo dello scorso anno. Un successo a cui ha contribuito, pertanto, la miopia amministrativa e politica di chi ha governato nella scorsa legislatura.

I 5 Stelle hanno cavalcato errori e arroganza, promuovendo nella loro campagna elettorale programmi populisti e nemici da eliminare, politicamente... s'intende.

Però, una volta andati al governo, invece di governare, hanno agito come se fossero ancora in campagna elettorale, continuando ad indicare nemici da combattere e sconfiggere, persino tra coloro che dicono di voler aiutare!

Ripensando alle dichiarazioni e alle scelte fatte finora, c'è da chiedersi se chi guida i 5 Stelle - chiunque sia tra Grillo, Casaleggio Junior, Di Maio, Di Battista... - abbia una pur vaga idea di cosa stia facendo e soprattutto voglia fare.

Finora, sembra che i grillini siano convinti che far politica consista solo nel far propaganda e, a quanto pare, nessuno ha avuto l'animo di dir loro che, una volta vinte le elezioni, la propaganda si mette da parte per governare, per poi farne di nuovo uso quando le urne chiameranno nuovamente i cittadini ad esprimersi.

 

Ma, in termini pratici, quali sono le scelte sbagliate finora fatte dai 5 Stelle? Partiamo dall'inizio.


Il Governo. Voler per forza trovare un accordo di governo con la Lega per guidare il Paese ha fatto accettare ai 5 Stelle una soluzione politica che, fin da subito, per loro è stata una Caporetto.

Nonostante i grillini abbiano il doppio dei seggi in Parlamento, hanno creato un Governo dove il premier è un mediatore che sta in disparte e viene tirato in ballo per evitare conflitti tra le due componenti della maggioranza, Lega e 5 Stelle. La guida dell'attuale Governo è stata equamente divisa tra Salvini e Di Maio. Ognuna delle due forze politiche promuove così l'approvazione dei punti principali del programma presentato in campagna elettorale.

Va ricordato che, in molti punti, i programmi di Lega e 5 Stelle non solo non coincidevano, ma erano addirittura contrastanti.


Ubi maior, minor... vincit. Nonostante la loro forza parlamentare, i 5 Stelle hanno accettato di dare alla Lega pari dignità, sdoganando Salvini e la sua ossessiva propaganda contro le minoranze etniche.

Non solo. La Lega non si è presa nessuno dei ministeri economici del Governo. Le scelte di facciata sui problemi più seri del Paese - e spesso difficilmente risolvibili - finiscono così per essere responsabilità quasi esclusiva dei 5 Stelle, che si assumeranno anche il peso degli errori. La Lega si accontenta di portare a casa i provvedimenti che ritiene utili per aumentare il proprio consenso.

Un esempio? I 150mila euro che le amministrazioni locali possono spendere assegnando appalti diretti senza bando di gara. Una manna per la gestione dei voti clientelari, soprattutto al meridione, dove la Lega vuole allargare la propria base elettorale.


Contratto o alleanza? I 5 Stelle continuano a dire che il Governo è basato su un contratto stipulato per attuare un programma. In realtà, fin da subito, i 5 Stelle hanno iniziato ad assecondare le richieste di Salvini, ottenendo come risultato quello di finire per far propaganda alla Lega e di sdoganarne, presso gli italiani, le politiche xenofobe e razziste. Un bel risultato, non c'è che dire.

In questo modo, quello che chiamavano contratto è diventato alleanza, con i grillini che si sono ritrovati a far da spalla al capocomico Salvini, per supportarlo in ogni modo, anche se questo significava venir meno a quei principi da sempre sostenuti e considerati come bandiere dal movimento.

La prossima occasione è il voto al Senato sul rinvio a giudizio del ministro dell'Interno. Nonostante in passato i grillini abbiano accusato il Parlamento di proteggere  i suoi componenti, impedendo con il voto che fossero giudicati davanti a un tribunale al pari di qualunque cittadino, adesso si stanno dividendo sul fatto se sia giusto o meno consentire che il ministro Salvini venga processato per stabilire se abbia commesso o meno dei reati in relazione al caso Diciotti. Fino a qualche mese fa, i grillini avrebbero fatto fuoco e fiamme contro chiunque non avesse detto, fin da subito, "processate il ministro Salvini".


Il nemico. Infine, nella propaganda grillina è sempre stato presente un nemico da combattere e da sconfiggere. Ai loro elettori è sempre stato indicato un cattivo di turno che si oppone al buon cittadino. Una volta andati al Governo, la narrazione è  rimasta la stessa. Anche il cambiamento ha bisogno di essere alimentato con dei nemici, che sono ovunque, persino tra coloro che si dice di voler aiutare.

Ed ecco così che chi usufruisce del reddito di cittadinanza, in casa deve avere solo delle sedie e non un divano, deve poter spendere sì, ma non più di tanto e deve comprare solo certe cose e non altre... ma soprattutto deve sapere che se sbaglia lo attendono ben sei anni di carcere! Un modo curioso di aiutare la gente!

Invece, se si tratta di un ministro, in special modo Salvini, è opportuno che si trovino delle scappatoie per sottrarlo al giudizio, per renderlo ingiudicabile, anche se ciò significa rimangiarsi, con gli interessi, tutto quello che è stato detto per anni.


Pertanto, sulla base di questi fatti, oltretutto parziali poiché - ad esempio - è stato omesso il venir meno di alcune promesse elettorale su Ilva, Tap, Muos, come non chiedersi se i 5 Stelle non siano da considerare dei babbei, visto che stanno facendo di tutto e di più per gettare al vento il consenso raccolto in anni di lavoro, per consegnarlo nelle mani della Lega di Salvini?