Due i fatti principali che hanno caratterizzato oggi la crisi tra Ucraina e Russia.
Per quanto riguarda l'aspetto militare, da segnalare le esplosioni che nel pomeriggio si sono registrate presso l'aeroporto militare nel distretto di Saki, vicino a Novofedorovka, utilizzato dal ministero della Difesa russo anche per gli aerei della marina. L'aeroporto dispone inoltre di un simulatore per allenate i piloti della Marina nelle manovre di decollo e atterraggio sulle portaerei . Le sue dimensioni sono equivalenti al ponte di volo della portaerei Kuznetsov. Dopo le esplosioni si è verificato un incendio all'interno dell'aeroporto.
Finora, i russi non hanno spiegato l'accaduto come attacco militare da parte dell'Ucraina. Neppure Kiev ha parlato di un attacco alla Crimea.
Novofedorovka, è una piccola località che si affaccia sul mar Nero sulla costa occidentale della Crimea, ad una settantina di chilometri a nord di Sebastopoli.
L'altro fatto degno di nota, è l'intervista rilasciata al Washington Post dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in cui ha invitato i paesi occidentali a vietare l'accesso a tutti i visitatori di nazionalità russa. Un tale divieto, ha detto Zelensky, sarebbe più efficace delle sanzioni già in corso, visto che i russi possono ancora ottenere visti sia dai Paesi dell'UE che dagli Stati Uniti.
Un appello, quello del presidente ucraino, che ha trovato una sponda nel primo ministro estone Kaja Kallas, che via Twitter ha dichiarato:
"Smettete di rilasciare visti turistici ai russi. Visitare l'Europa è un privilegio, non un diritto umano".
E già il mese scorso la vicina Lettonia, tramite il ministro degli Esteri Edgars Rinkevics, aveva dichiarato al sito web Politico che i paesi dell'UE dovrebbero limitare il rilascio di visti per i russi, con un'esenzione per motivi umanitari. Ieri, inoltre, anche la Finlandia ha espresso la necessità di applicare restrizioni ai visitatori russi, con la premier Sanna Marin che all'emittente nazionale YLE ha dichiarato:
"Non è giusto che mentre la Russia sta conducendo una guerra di aggressione brutale, i russi possano vivere una vita normale, facendo i turisti in Europa".
ln attesa che la questione venga sollevata dai Paesi baltici a livello europeo, dato che è in vigore il trattato di Schengen che permette agli stranieri di transitare e soggiornare nell'UE per un massimo di 90 giorni per turismo o affari, la Bulgaria ha da tempo già annullato i visti d'ingresso per i russi, e non solo per gli oligarchi già colpiti dalle sanzioni.
Curioso però che Zelensky non abbia chiesto altrettanto, ad esempio, all'ottimo amico Erdogan che, invece, fa il mediatore, il venditore di armi, il supporter della Nato, quello di Gazprom, ecc. continuando ad accogliere a braccia aperte i russi nelle località turistiche della Turchia, cercando di guadagnare dalla guerra in corso tutto quello che è possibile... pure con il ringraziamento degli ucraini, come testimonia lo sperticato plauso dell'ambasciatore di Kiev al dittatore di Ankara, definito l'unico in grado di aver sbloccato le spedizioni di grano dai porti ucraini.
Riassumendo, l'Europa deve tirare la cinghia per consentire all'Ucraina di difendersi dai Russi, mentre l'Ucraina dice di ottenere soluzioni concrete solo dalla Turchia che, invece, da questa guerra sta guadagnando alle spalle di tutti gli attori in causa.
Ma siamo sicuri che noi europei non stiamo sbagliando qualcosa?