Marchionne, come era prevedibile dal comunicato ufficiale pubblicato da FCA, è in fin di vita. Così riportano le agenzie. In Italia, negli ultimi giorni, è stata una gara a chi riusciva a celebrarne le gesta. Voci critiche? Almeno in tv, nessuna. Sugli altri media, qualcuno ha provato a ricordare che tutto ciò che Marchionne ha fatto non è stato, per l'Italia, così positivo, con il risultato di venire inondato dagli insulti.

Ma che c'è di male nel dire la verità? Marchionne ha fatto gli interessi dell'azienda per cui lavorava e quegli interessi sono prevalsi sugli interessi dell'Italia.

Quello che sorprende è che la politica lo celebri esaltando quello che lui ha fatto per gli Agnelli come se per l'Italia fosse stato altrettanto proficuo.

Prendiamo ad esempio le parole di un politico che dice di se stesso di essere socialista, Matteo Renzi:

«Sergio Marchionne è stato un grandissimo protagonista della vita economica italiana. Chi lo nega, nega l'evidenza. Ha creato posti di lavoro, non cassintegrati. Perché il lavoro si crea con la fatica e con l'impegno, non con i sussidi. Ha salvato un'azienda, la Fiat, quando sembrava tecnicamente impossibile farlo.
Ha subito l'odio ideologico di chi detesta le persone di talento. Chi in queste ore esprime il suo odio, anche sui social, si dimostra un uomo squallido.
Con Marchionne ho litigato talvolta, ho discusso sempre, ho lavorato molto. E molto bene. Ho imparato come mi capita sempre da persone che hanno una marcia in più. E gli sono grato per questo.
Tanto di cappello a un manager il cui lavoro resterà a lungo nella storia economica del nostro Paese.»

Ma Renzi chi rappresenta come politico? Gli interessi dell'Italia e degli italiani o quelli di un'azienda che italiana non lo è più? I posti di lavoro di Marchionne sono stati creati fuori dall'Italia, tanto che ha detta di tutti, l'Italia è diventato il Paese in cui si producono meno auto rispetto a Germania, Francia e, se non vado errato, pure Regno Unito.
Inoltre, ha fatto diventare anglo-olandese un'azienda che era italiana. Si potrebbe aggiungere che ha contribuito a ridurre i diritti dei lavoratori... ma i primi due punti sono già più che sufficienti.

Quindi, già solo in base a quei due dati di fatto, perché un politico italiano che dovrebbe avere tra i suoi interessi che le aziende paghino le tasse in Italia e assumano lavoratori italiani deve celebrare Marchionne e fargli "tanto di cappello"?

Renzi è di per sé un caso limite e persino una caricatura di se stesso in generale, su molti temi, ma per quanto riguarda il giudizio su Marchionne, in media, quello da lui espresso è identico in toto a quello della politica italiana.

Difficile poter dire che quel poco che l'Italia ha ricevuto dalle scelte di Marchionne sia il massimo che fosse possibile ottenere. Non è comunque da escluderlo. Però, dovendo giudicare dai fatti, rimane che l'Italia dalle scelte di Marchionne non ci ha certo guadagnato.

Quindi, seppur dispiaciuti per le sue condizione di salute, perché i politici italiani dovrebbero essere soddisfatti per l'operato di Marchionne? Dato che Marchionne, correttamente dal suo punto di vista, ha fatto gli interessi degli Agnelli e degli azionisti del gruppo, perché i politici italiani lo celebrano? I politici non dovrebbero fare gli interessi del proprio Paese e quelli degli elettori?