Il reciproco lancio i razzi tra l'esercito israeliano e la frangia armata della Jihad islamica palestinese che opera nella Striscia di Gaza prosegue. 

Dopo che nella notte un tentativo di accordo, con la probabile mediazione dell'Egitto non è andato a buon fine, l'IDF nelle prime ore dell'alba ha ucciso, con un attacco mirato, Ali Hassan Ghali, comandante dell'unità predisposta al lancio dei razzi della Jihad. Nell'attacco sono rimasti uccisi anche il fratello e il nipote di Ghali, mentre altre sette persone sono state ferite. 

Nel resoconto fornito dal ministero della Salute della Striscia, fino a questa mattina sarebbero 25 i palestinesi rimasti uccisi e 76 quelli feriti dall'inizio della campagna israeliana contro la Jihad islamica.

Dopo l'uccisione di Ghali, è ripreso anche il lancio di razzi da Gaza. L'ultimo rapporto indica in almeno 547 i proiettili, tra razzi e colpi di mortaio, sparati da mercoledì verso Israele. Di questi, 394 sono arrivati in territorio israeliano. Una parte è stata abbattuta dal sistema di difesa, altri hanno colpito zone deserte o non densamente abitate senza causare danni, ma alcuni hanno colpito aree densamente popolate provocando non solo danni, come è accaduto a Rehovot (circa 40 Km a nord della Striscia), dove un uomo è stato rinvenuto morto tra le macerie di quella che probabilmente era la sua abitazione e cinque sono i feriti, seppure non gravi.

Anche da parte israeliana sono proseguiti i bombardamenti, per il momento solo nei confronti dei militanti della Jihad, con Hamas che ancora non è entrata nel conflitto. 

I ministri degli Esteri di Francia, Egitto, Germania e Giordania, dopo il vertice del Gruppo di Monaco che si è tenuto a Berlino, hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno chiesto un immediato cessate il fuoco. 

Nessuna delle due parti, però, sembra voler tenere in considerazione la richiesta.