Nell'ultimo piano per la Brexit presentato dal premier britannico Boris Johnson all'Unione europea si prevede che

- l'Irlanda del Nord lasci l'unione doganale dell'Ue insieme al resto del Regno Unito all'inizio del 2021, continuando però ad applicare la legislazione dell'Ue per i prodotti agricoli e di altro tipo, nel caso ciò sia approvato dalla propria Assemblea legislativa. Un consenso che dovrebbe comunque essere rinnovato tramite un voto della stessa Assemblea ogni quattro anni.

- I controlli doganali sulle merci scambiate tra il Regno Unito e l'Ue sarebbero "decentralizzati" ed effettuati per via telematica, con controlli reali a campione che dovrebbero aver luogo però lontano dal confine tra le due Irlande.

La questione Brexit, infatti, ruota intorno alla necessità di mantenere due regimi doganali diversi in tutta l'Irlanda, nonostante il confine che separa il Nord (britannico) dal resto del Paese (appartenente all'Ue) debba rimanere aperto, senza barriere.

Il primo ministro irlandese Leo Varadkar non è parso entusiasta della proposta presentata dal governo britannico, mentre il presidente francese Emanuel Macron ha rimandato qualsiasi giudizio a ciò che deciderà l'UE questo fine settimana.

Ma a togliere qualsiasi possibilità di futuri sviluppi all'ultima proposta presentata da Johnson, secondo le ultime indiscrezioni della stampa britannica, è il no deciso di Angela Merkel, confermato dalla stessa cancelliera che, in una telefonata con il premier britannico, ha bollato quell'accordo come "assolutamente improbabile", aggiungendo che un accordo non sarà mai possibile se l'Irlanda del Nord non rimarrà in un'unione doganale.

In pratica, se quanto sopra - riferito comunque come indiscrezione - venisse confermato ufficialmente, tra Downing street e Bruxelles sarebbe muro contro muro, con la data di scadenza del 31 ottobre ormai prossima.

Oggi, la Camera dei Comuni dovrebbe chiudere la propria attività in attesa di riaprire i lavori la prossima settimana, il 14 ottobre, per il discorso della regina che darà il via ad una nuova sessione parlamentare.

Una settimana decisiva, in cui si celebrerà il Consiglio europeo e in cui Boris Johnson, in caso di mancato accordo con l'Ue, dovrebbe inviare a Bruxelles la richiesta di una nuova data di scadenza per la Brexit, nonostante abbia sempre ribadito che, in un modo o nell'altro, il Regno Unito uscirà dall'Ue il prossimo 31 ottobre.