Per misurare le dimensioni di una tragedia, il metro migliore è rappresentato da quanto una tragedia riesce a far ridere. È vero, a prima vista la considerazione può risultare paradossale, ma se poi si guarda alla realtà si scopre quanto tale affermazione finisca per essere incredibilmente vera. Va aggiunto anche - purtroppo non tutti riescono a capirlo e pertanto è necessario specificarlo - che si tratta di risate amare, provocate da affermazioni grottesche, in quanto assurde, fantasiose, false, ecc.

Il genocidio in corso a Gaza ne è la dimostrazione perfetta.

Sentite che cosa ha avuto il coraggio di dire la presidente delle comunità ebraiche in Italia, la signora Noemi Di Segni

"Pur nell'isolamento mediatico, continueremo ad insistere quotidianamente sulle ragioni di Israele. Sempre risponderemo alla cultura della morte con la cultura della vita".

Già parlare di isolamento mediatico, in Italia, in relazione alle ragioni di Israele fa ridere con quello che viene detto e scritto sui media, ma aggiungere che il genocidio in atto sia rispondere "alla cultura della morte con la cultura della vita"... fa addirittura scompisciare dalle risate!

Questi sono i sionisti... dei fanatici nazionalisti che promuovono menzogne a piene mani, senza pudore, facendosi scudo della religione ebraica e delle persecuzioni di cui sono stati vittime i loro avi e i loro parenti. In funzione di ciò, supportati dagli interessi mediatici e finanziari che hanno le loro radici negli Stati Uniti e che l'Europa riprende senza farsi alcun problema, i sionisti hanno fatto e stanno facendo pagare i "crediti" degli ebrei, acquisiti con le infinite ingiustizie subite nel passato, ai palestinesi che dal 1948 sono vittime di crimini che vanno dalle ruberie all'omicidio.

Questa à la cultura della vita promossa dai sionisti, di cui parla la signora Di Segni.

E per denunciarlo alla maggioranza degli ignoranti (in senso letterale) che anche nel nostro Paese credono che gli israeliani, anzi gli ebrei israeliani, abbiano un qualche diritto nell'assassinare in Palestina persino i bimbi, allora dobbiamo applaudire tutti coloro che cercano di riaffermare l'esistenza del diritto internazionale e la necessità che venga applicato e fatto rispettare.

Quindi, è necessario applaudire gli studenti delle università che "in tutto il mondo" stanno chiedendo di sospendere le relazioni con le università di uno Stato che, oltre all'apartheid, sta effettuando un genocidio. E non solo con le università dovrebbero essere rotte le relazioni, ma con tutto ciò che riguarda Israele... finché quello Stato (una democrazia solo "formale") continuerà a praticare il genocidio e l'apartheid.

E allora viva le università di tutto il mondo, comprese quelle italiane, i cui studenti hanno iniziato i primi accampamenti: dopo Bologna, ecco Roma...

"Oggi, martedì 7 maggio, ci siamo svegliati con la terribile notizia dell'invasione via terra di Rafah da parte delle forze sioniste. Di fronte a uno scenario di soluzione finale, è il momento di mostrare tutta la forza del movimento, in solidarietà alla Palestina. Per questo invitiamo tutti ad unirsi a noi in un presidio permanente nella città universitaria della Sapienza, portando una tenda o anche solo passando durante queste giornate.Mesi di agitazione e mobilitazione non hanno scalfito la posizione della rettrice Antonella Polimeni, che continua a rifiutare un incontro pubblico, sfuggendo al dialogo con gli studenti.Qui in Sapienza, come in tutto il mondo, ciò che vogliamo è il boicottaggio Accademico, strategia che siamo chiamati a perseguire dal popolo palestinese stesso: chiediamo l'interruzione di tutti gli accordi con il regime sionista e con l'industria di guerra.Pace vuol dire non legittimare un regime di apartheid ed oppressione, vuol dire non costruire le bombe con cui si farà la guerra. Esattamente l'opposto di quello che invece fa l'Università la Sapienza.Se è verso la pace che il Nostro Ateneo vuole lavorare, la rettrice si dovrà assumere la responsabilità di venire a spiegare quale è la loro idea di pace.La nostra rettrice Antonella Polimeni è troppo personalmente coinvolta per esporsi. Dai legami con il sionismo al suo ruolo nel business di Leonardo Spa, è un collaborazionismo politico di cui dovrà rendere conto.Il 14 e 15 maggio saranno 2 giorni di grande mobilitazione: il senato accademico e poi la giornata della Nakba. Prima di queste giornate, chiediamo ancora che la rettrice accetti un incontro pubblico qui al presidio.Raggiungeteci tutti, perché saremo qui fino a quando non saremo ascoltati, altrimenti vuol dire che dovremo gridare più forte. Aumentiamo e facciamo crescere il presidio, perché siamo maggioranza e lo faremo vedere.Per la Palestina Libera avanti verso il boicottaggio accademico!"

Se abbiamo dovuto urlare la nostra disperazione, strapparci i capelli e vestirci con il cilicio - con il consenso di media e politici di tutto il mondo - per il massacro di Bucha dove i russi hanno assassinato circa 300 ucraini, perché invece dovremmo applaudire gli ebrei israeliani (l'IDF è composto da soli ebrei, con rappresentanze minoritarie di circassi e drusi) che hanno assassinato decine di migliaia di palestinesi e non hanno neppure intenzione di fermarsi? 

1.200 ebrei dovrebbero giustificare un genocidio? E se dobbiamo trovare la ragione nei numeri e nella vendetta, a questo punto allora la resistenza palestinese (Hamas in testa) sarebbe stata più che giustificata a compiere l'attacco del 7 ottobre, visto che dal 2008 fino a settembre 2023, gli israeliani avevano ucciso 6.500 palestinesi, di cui 5.400 a Gaza (fonte OCHA)... senza neppure citare tutte le nefandezze collegate al regime di apartheid. Perché nessuno lo fa presente? Se i numeri valgono, valgono sempre. 

Per ultimo, affermare la verità dei fatti non ha nulla a che vedere con l'antisemitismo, lo scudo usato dai sionisti e da chi li sostiene. La verità non è antisemitismo.