L'attuale "padrone" della Catalogna, il premier spagnolo Mariano Rajoy, insieme al suo braccio destro Soraya Sáenz de Santamaría, traslocata da Madrid a Barcellona, per tenere sotto controllo il governo della regione in applicazione delle sanzioni relative all'articolo 155, hanno deciso che il nuovo Parlamento catalano si riunirà il 17 gennaio per eleggerne il nuovo presidente ed i membri dell'Ufficio di presidenza.
Se per quella data Carles Puigdemont e gli ex consiglieri trasferitisi a Bruxelles non rientreranno, i partiti indipendentisti avranno 5 voti in meno, che potrebbero arrivare ad 8 se Oriol Junqueras e altri due deputati che sono ancora in carcere non avranno la possibilità di votare.
In base a quanto accadrà quel giorno, si potrà anche capire - forse - che cosa attenderci per il passo successivo che riguarda l'elezione del Presidente della Generalit, per la quale il Parlamento dovrà riunirsi non oltre il 31 gennaio.
Puigdemont rientrerà in Spagna per quella data? E nel caso lo faccia, sarà arrestato? E se sarà arrestato, avrà comunque un permesso per votare in Parlamento? E se, nonostante sia un carcere venisse comunque eletto presidente, come potrebbe governare?
Il pasticcio voluto dal premier spagnolo, come appare evidente, è tuttora in essere. Ed appaiono paradossali le sue ultime dichiarazioni in cui si appella al dialogo, alla legalità e all'unità rappresentate da un re, che ha dimostrato di non saper o di non voler parlare a tutta la Spagna, e da una Costituzione figlia di un compromesso tra le varie forze politiche, scelto come male minore per chiudere il più in fretta possibile con il franchismo.
Inoltre, gli indipendentisti, vincitori nei fatti delle elezioni del 21 dicembre, hanno confermato - come dichiarato sabato in un'intervista radiofonica Elsa Artadi, coordinatrice della campagna elettorale per JxCat (Junts per Catalunya) - di volere Carles Puigdemont a capo del nuovo Governo e Oriol Junqueras come vicepresidente, ripristinando così la stessa situazione precedente all'attuazione delle misure dell'articolo 155.
Inoltre, nella stessa intervista, la Artadi, in merito alla possibilità di eleggere il Presidente anche nel caso non fosse presente in Aula, ha ricordato che il regolamento ne consente l'investitura in "modi diversi".