È ripreso al Tribunale federale nazionale, presieduto da Cesare Mastrocola, il processo contro il Chievo per la vicenda delle presunte plusvalenze fittizie. Il processo, che si doveva celebrare prima della composizione dei calendari, fu rinviato a causa della mancata acquisizione agli atti della testimonianza del presidente del Chievo, Luca Campedelli. 

La Procura federale ha chiesto nei confronti del Chievo una penalizzazione di 15 punti  di penalizzazione da scontare nella stagione in corso e 3 anni di inibizione per il suo presidente. In pratica, le stesse richieste formulate nel primo processo, con l'unica variante rappresentata dal fatto che la penalizzazione in quel caso era da scontare nella stagione precedente, il che avrebbe portato alla retrocessione del Chievo in Serie B.

Questa la dichiarazione dell’avvocato del Chievo, Marco De Luca, come è stata riportata dall'Ansa: "Abbiamo posto le nostre ragioni anticipate con una memoria molto documentata, facendo presente che le contestazioni della Procura federale sono totalmente infondate. Per i calcoli e per i valori dei giocatori, la Procura federale fa riferimento a certi siti internet e valori che sono decisamente sbagliati per tutte le transazioni negli ultimi anni. Non vedo perché le abbia potute prendere a riferimento. Valori per ragazzi sotto i 15-16 anni sono valori soggettivi, non oggettivi.

Qui c’è un dato di fondo – ha proseguito De Luca – che il deferimento non è firmato dal Procuratore federale. Questo è un punto fondamentale sul quale avremo le nostre ragioni in questo processo, altrimenti in sede di appello.

Il deferimento è firmato da aggiunti, che non sono titolati secondo il Codice di giustizia sportiva a firmare i deferimenti a meno che ci sia un caso di impedimento. Oggi ci hanno detto che l’impedimento c’è, perché il Procuratore era in ferie, era al mare."