Caratteristica essenziale del fas, è dunque la neutralità, che lo pone a base del ius o diritto, anche se in realtà, per l'uomo, e assai spesso difficile essere "neutrale". Vorrei richiamare ora l'attenzione sul significato della Triade regia Giove-Marte-Quirino. Sappiamo benissimo che i Romani hanno "cosmicizzato" lo Stato o, all'inverso, statalizzato il Cosmo.
Ma questo non significa che le loro divinità fossero prive di significati che andavano oltre il mero piano giuridico-politico. Inoltre, notiamo che queste divinità avevano una pluralità di significati intrecciantisi tra di loro, per cui riesce oltremodo difficile attribuirli a ciascuna deità in modo univoco. Per esempio, Giove sta all'essere come Giano sta al divenire, ma anche Marte, dio della guerra, ha a che fare col divenire, poiché la guerra è un evento dinamico, ecc. La Triade, secondo Dario Sabbatucci, era invocata nei rituali dei sacerdoti feziali nella dichiarazione di guerra ad un popolo nemico, ma lo era anche il fas. (Audi Iuppiter, audiat fas ecc,).
Sempre secondo Dario Sabbatucci, " l'imperium, con il suo esercizio, collega Giove, Marte e Quirino…Giove è il detentore dell'imperium; Marte e Quirino sono i soggetti divini della regalità che esercita l'imperium." Secondo noi, la Triade in questione esprime un altro significato: Giove rappresenta l'Essere, che, come sappiamo è neutro; Marte il divenire, cioè la guerra e Quirino, Romolo divinizzato, la pace, cioè la stasi, perché i Quirites altro non erano che semplici cittadini, dei borghesi privi della loro funzione militare.
E quanto al carattere neutro di Giove, già individuato nella Triade Giove-Marte-Venere, ne abbiamo una possibile conferma nell'interpretazione che Macrobio (erudito pagano del V sec. D.C., dà della Triade Giove-Giunone-Minerva: dove Giove, che occupa il posto centrale, sarebbe l' "etere mediano"; Giunone l'aria immediatamente sovrastante la Terra e Minerva il culmine di Giove. Così è forse lecito estrapolare una identità univoca di Giove, padre degli dei: esso sarebbe l'elemento neutro, cuore dell'Essere, patrono dell'ordine e dell'equilibrio cosmico, garante e tutore dei patti e degli accordi interni ed internazionali di Roma. In una parola. il dio della Giustizia, che, bendata, non può guardare né verso una parte né verso l'altra.