Come è ormai noto a tutti, l'attività politica di Carlo Calenda è riassumibile nei tweet che a iosa giornalmente pubblica sul proprio account. Uno degli ultimi è un estratto di un articolo dell'HuffPost:

"Il Pd decida che cosa intende diventare, se un partito di sinistra riformista, o un partito di sinistra dura e pura. L’uno e l’altro, in nome dell’emergenza fascismo, non funziona più. Anzi, non ha mai funzionato".

L'articolista, tal Mattia Feltri, deve essere un inguaribile ottimista nell'associare il termine sinistra al Partito democratico... ma dai più è riconosciuto come tale e così sia.

A seguito di una delle ultime nefandezze a firma Renzi (anche se per interposta persona, tramite Ettore Rosato), in Italia esiste una legge elettorale per le politiche, che è incomprensibile alla quasi totalità degli elettori se non addirittura a molti di coloro che chiederanno un voto. In base a tale legge, per i partiti sarebbe più conveniente correre in coalizione che da soli.

Il Pd di Letta, dopo aver sposato la tesi che i 5 Stelle avrebbero fatto cadere il governo Draghi, escludendoli per questo da qualsiasi accordo elettorale hanno iniziato a guardarsi attorno per poter capire con chi allearsi.

Dato per fatto l'accordo con l'Mdp di Speranza, Letta ha pensato di guardare al centro di stampo berlusconiano che non condivide apparentamenti con Lega e FdI. Dei due schieramenti presenti, scartato al momento quello di Italia Viva, il Pd ha scelto di allearsi con Azione/+Europa il cui "front runner" (tutti si fanno chiamare così) è Carlo Calenda, ben diverso dal bimbo che, diretto dal nonno, interpretava in Cuore.

Il Calenda attuale è un bimbo viziato, stizzito e frignante, nel caso non venga accontentato. Lo  potete immaginare accompagnato dalla mamma Enrico Letta che lo tiene per mano mentre si aggira tra i negozi di un centro commerciale:

"Vo'io quello, vo'io questo, vo'io quell'altro... nun me lo dai? AAAHHHH.. UÈÈÈÈÈÈ... IIIHHHH..."

La formazione di Calenda non è mai stata testata in una competizione nazionale e alle ultime amministrative si è presentata con il proprio simbolo forse solo a Roma... quanto realmente pesi in tutta Italia non è dato sapere. Il 5% che gli viene attribuito è molto teorico e probabilmente anche molto ottimistico.

Nonostante ciò, per Letta era fondamentale allearsi con Calenda e non con i 5 Stelle, con cui fino a qualche settimana fa ha condiviso il proprio programma. E tanta è la presunzione dell'alleato Calenda, che adesso pretende di dire al Pd che cosa debba o non debba fare, includendo anche chi i dem debbano includere o escludere come ulteriori alleati, tanto da mettere un veto su Verdi e Sinistra Italiana che, a dire il vero, non sembrano finora neppure tanto convinti di partecipare all'ammucchiata.

Stabilito questo, guardiamo i sondaggi. Nel caso in cui, per qualche motivo, si dovesse costituire l'allegra brigata composta da Pd, Mdp, Azione/+Europa, Sinistra Italiana e Verdi, i numeri attuali dicono che, ben che vada, questi partiti - forse - riuscirebbero quasi ad arrivare al 35%. 

Se il geniale Letta, invece di riscrivere i fatti indicando i 5 Stelle responsabili della fuga ampiamente ed evidentemente pianificata dallo stesso Draghi, avesse costituito una coalizione con i 5 Stelle al posto di Azione/+Europa, in base a ciò che dicono i sondaggi si sarebbe attestato intorno al 40%, con Calenza e Renzi che gioco forza si sarebbero uniti in matrimonio erodendo i consensi a Forza Italia e alla coalizione di destra-centro.

In pratica, avrebbe effettivamente messo a rischio il successo di Meloni & co., mentre adesso sta facendo di tutto e di più per far sì che Mattarella, dopo cento anni, possa dare l'incarico di formare un governo ad una che pretende di non essere definita fascista, nonostante la sua propaganda diffonda motti e ricette che si richiamano al ventennio.

Ma perché chi fa il segretario del Pd, per una ragione o per l'altra finisce sempre per essere uno che "in futuro" non sarà sicuramente rimpianto?