Abbiamo perso l’occasione di essere un Paese democratico ed indipendente da interferenze straniere, purtroppo la politica estera degli Stati Uniti, Francia, Germania e Inghilterra hanno costantemente e pesantemente condizionato le nostre scelte politiche ed economiche da più di 70 anni. 

Ieri mi è capitato di vedere un documentario sul progetto Manhattan per la costruzione delle prime tre bombe atomiche due delle quali furono lanciate su due insediamenti civili giapponesi con effetti orrendi mai visti prima. 

Stranamente nella storia l’uso del nucleare viene sfiorato, se n’è parlato impropriamente e molti aspetti sono stati sottaciuti: tutti abbiamo paura di una guerra nucleare ma in realtà non ci siamo mai soffermati ai rischi collaterali che ci possono colpire da questa tecnologia militare che non è mai stata abbandonata.

Durante la seconda guerra mondiale l’opinione pubblica americana voleva che i suoi soldati ritornassero a casa sani e salvi prima possibile quindi l’85% era favorevole all’uso di una nuova arma letale che abbreviasse il conflitto con il Giappone, il 10% era contrario il restante 5% non aveva espresso alcuna opinione. 

Solo gli Stati Uniti hanno usato questo terribile strumento di morte contro inermi civili, a loro dire, per abbreviare il conflitto con il Giappone ma le ragioni reali sono state principalmente politiche. 

In Europa l’esercito sovietico era quasi arrivato a Berlino mentre gli alleati erano appena sbarcati in Normandia; sul lato orientale l'invasione della Manciuria era a buon punto, una vota che l'esercito russo avesse raggiunto il Giappone la guerra era conclusa e quel Paese sarebbe caduto sotto l'ifluenza del Cremlino.  In Europa gli americani dovettero accontentarsi di una parte della Germania quindi, per evitare la stessa soluzione con il Giappone utilizzarono uno strumento bellico sperimentale ad alto petenziale distruttivo.

Il 2 luglio 1945 il Segretario alla Guerra Henry L. Stimpson invia una lettera al Presidente Truman che diceva: “Abbiamo dalla nostra parte i seguenti fattori favorevoli: il Giappone non ha alleati; la sua marina è quasi distrutta ed è vulnerabile ad un blocco navale sottomarino che priverebbe il Paese di cibo e di rifornimenti necessari per la popolazione.” In pratica stava dicendo che gli Stati Uniti avevano il controllo totale sulla situazione bellica e non avevano necessità di effettuare uno sbarco, bastava aspettare. Le bombe nucleari furono usate per arginare l’avanzata dell’esercito russo che stava occupando la Manciuria.

D'altronde il governo giapponese in carica era paralizzato perché si era spaccato: da una parte vi erano coloro che volevano trattare la resa a patto che l’imperatore restasse al suo posto; la parte avversa voleva continuare a combattere per avere termini migliori per trattare la resa. 

 Il 6 Agosto del 1945, alle 8:15 del mattino, fu sganciata la prima bomba atomica della storia su Hiroshima. Tre giorni dopo, il 9 Agosto 1945, alle 11.02, una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. L’obiettivo primario era un centro vicino, ma quel mattino il cielo sopra Kokura era nuvoloso per cui il lancio fu spostato su Nagasaki.

Solo i comandanti dei due equipaggi che dovevano effettuare il lancio degli ordigni erano a conoscenza dei possibili effetti devastanti che questi avrebbero provocato su tutti gli esseri viventi e sulla natura, agli altri membri, per timore che chi doveva materialmente eseguire le procedure per lo sganciamento non avesse il coraggio di farlo, era stato taciuto tutto.

La prima bomba era a base di uranio, fu fatta esplodere a 550 metri di altezza, sotto vi erano 350 mila abitanti inermi, l’esplosione sviluppò un calore di miliardi di gradi in pochi secondi, i sopravvissuti esposti all’esplosione subirono delle vaste ustioni gravissime, il fiume era pieno di cadaveri perché le vittime vi si buttavano per trovare sollievo e vi morivano.

Vi erano corpi carbonizzati che non fu possibile recuperare, le ossa erano incenerite, migliaia di vittime perdevano notevoli brandelli di pelle, alcuni avevano stampati sulla pelle i segni degli abiti, su di una parete di era impressa l’ombra di una delle vittime disintegrate. 

Dall’alto scendeva una pioggia sporca che ustionava tutti coloro che ne venivano a contatto.

Nella memoria dei superstiti quella scena apocalittica rimarrà per sempre presente e viva: le urla, le fiamme che avvolgevano le case, la pioggia sporca, l’odore della carne bruciata, morte ovunque senza distinzione e pietà per nessuno.

Nella prima ora morirono 70 mila persone, entro il dicembre del 1945 morirono oltre 150 mila vittime.

Tre giorni dopo fu colpita Nagasaki con una bomba al plutonio, aveva un nome, “Fat Man”, sviluppò una potenza distruttiva pari a 22 chilotoni superiore alla prima (12 chilotoni), si parlò di circa 80 mila vittime, il 15% delle quali furono disintegrate dall’esplosione.

Un terzo ordigno fu messo a punto e era programmato per essere lanciato il 17/18 agosto.

All’inizio Truman fu entusiasta dei risultati fin quando ricevette i primi rapporti sulle conseguenze. Alla vista delle foto e alla narrazione dei fatti e al numero delle vittime rimase sconvolto, non immaginava una simile catastrofe, incominciò ad accusare forti mal di testa, e altri disturbi dovuti allo stress: nella successiva riunione di gabinetto del governo impose che l’uso di tale arma doveva essere autorizzata esclusivamente dal Presidente, lasciò sul tavolo un appunto firmato: questa è stata la prima volta  che l’autorità presidenziale veniva esercitata direttamente sull’uso del nucleare a scopo  bellico.

Il 14 agosto 1945 Truman fece questo annuncio:

“Ho ricevuto questo pomeriggio una nota del governo giapponese, in risposta al messaggio trasmessogli dal Segretario di Stato l’11 agosto. Considero questa risposta una piena accettazione della Dichiarazione di Postdam che specifica la resa incondizionata del Giappone”.

Il popolo americano aveva appoggiato l’uso della bomba atomica sui civili giapponesi senza conoscerne la potenza distruttiva e le conseguenze della radioattività sulla vita: il desiderio di vendetta per Pearl Arbour era forte, ma valeva un tale scempio?

Dopo lo sganciamento dei primi due ordigni, vi era il 23% degli intervistati che era favorevole a lanciare altre bombe sul Giappone.

Il 31 agosto del 1945 il periodico NEW YORKER dedica un intero numero al reportage del giornalista statunitense John Hersey da Hiroshima, la tragedia viene rivelata agli americani attraverso le testimonianze e le sconvolgenti fotografie dei luoghi e delle persone colpite. Furono informati di cosa era realmente accaduto, di cosa si era reso responsabile il loro governo, l’atomica non solo fece riflettere e cambiare atteggiamento a molte coscienze tra i vertici militari ma anche mutò i rapporti tra le grandi potenze: l’uomo aveva messo a punto un’arma troppo potente per essere usata senza distruggere tutta la civiltà e la vita sul pianeta per questo si iniziò a combattere una “guerra fredda” che dura ormai da quasi un secolo usando il ricatto economico, la manipolazione psicologica e conflitti armati per procura in tutto il mondo. Si può aggiungere la povertà come arma per suscitare conflittualità sociale, frammentazione delle comunità attraverso una vita virtuale che distacca dalla realtà, l’uso dei social come strumento di manipolazione socio-culturale, campagne d’informazione devianti, sistemi di controllo della vita privata. 

Queste premesse avvalorano i contenuti dell’inchiesta “Octopus” che assume una funzione informativa e allo stesso tempo formativa per cercare di sfuggire alle trappole di tale subdola politica predatoria che avvilisce la mente e la dignità dell’essere umano. Il programma “Promis” rappresenta un’arma utilizzata per combattere questa eterna lotta per la supremazia di un centro di potere contro un altro.

La guerra tra Ucraina e Russia è strumentale, serve ad indebolire sia la Russia che l’Europa occidentale e a rafforzare la politica e gli interessi anglo americani a livello mondiale.