Quello che accadrà in Ucraina nelle prossime ore è impossibile dirlo, quello che è certo è quello che sta accadendo adesso nel Donbass, nella parte orientale del Paese che confina con la Russia relativa alle due province ribelli dove vi è una larga presenza di popolazione russofona: lì si spara da giorni e si continua a sparare.

Ad esser precisi è una guerra, quella nel Donbass, che va avanti da otto anni, con alti e bassi, tra ribelli separatisti supportati dalla Russia ed esercito ucraino. Una guerra che ha fatto migliaia di morti, ma che fino a pochi giorni fa aveva visto gli scontri al confine declassati a semplici scaramucce periodiche per far verificare alle opposte fazioni la presenza di truppe. Da alcuni giorni, in corrispondenza della crisi in atto tra Mosca e Kiev, si è ripreso a sparare, con i colpi di artiglieria che oramai si fanno sempre più frequenti. 

Ovviamente le milizie separatiste incolpano gli ucraini delle violazioni agli accordi di tregua del 2020, e l'esercito ucraino fa altrettanto, elencando, il 19 febbraio, 136 violazioni nelle ultime 24 ore da parte dei ribelli, che vengono classificati come forze di occupazione russe.

A seguito dei bombardamenti, due militari ucraini sono rimasti uccisi e quattro feriti, mentre uno è rimasto ferito in combattimento.

A Monaco, in occasione della Conferenza sulla sicurezza internazionale, il presidente ucraino Zelenskyy ha dichiarato che "l'Ucraina continuerà a seguire solo la via diplomatica per il bene di una soluzione pacifica", ripetendo la sua intenzione - a cui non c'è stata risposta - di voler incontrare Putin faccia a faccia per trovare una soluzione alla crisi.

Ma nella stessa occasione, Zelensky ha ricordato che l'Ucraina è lo scudo dell'Europa contro l'esercito russo. Europa a cui ha chiesto di essere difeso, aggiungendo che comunque il suo Paese non si arrenderà alla Russia.

Sempre alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il presidente del Consiglio europeo, Michel, ha dichiarato: "Non possiamo offrire per sempre un ramoscello d'ulivo mentre la Russia conduce test missilistici e continua ad accumulare truppe. Una cosa è certa: se ci sarà un'ulteriore aggressione militare, reagiremo con sanzioni massicce".

In una intervista alla BBC, il premier britannico Johnson ha detto che quanto sta accadendo fa ritenere che la Russia stia pianificando "la più grande guerra in Europa dal 1945", aggiungendo che i segnali che arrivano fanno pensare che, sotto certi aspetti, il piano di invasione sia già iniziato ed includerebbe anche un assedio alla capitale Kiev, con un costo in vite umane - ha sottolineato Johnson - che sarebbe altissimo.

Infine, a proposito del ritiro delle truppe russe dai confini ucraini, il ministero della Difesa della Bielorussia, oggi ha dichiarato che le esercitazioni congiunte con l'esercito russo al confine tra Bielorussia e Ucraina proseguiranno a causa dell'aumento della violenza nel Donbass, che Kiev e l'Occidente affermano far parte di un'operazione sotto falsa bandiera volta a giustificare un attacco russo.

Questa la situazione al momento, con  Putin che oggi vedrà Macron.