Schiaparelli dei canali di Marte. Le tetre atmosfere di Bradbury in "Cronache Marziane". Straniero in Terra Straniera di Heinlein, la Bibbia dimenticata di ogni movimento antagonista, sia di destra che di sinistra. E il capolavoro di Action Fantasy di E. Burroughs, John Carter di Marte, ambientato in un pianeta rosso. modello anni 30. Lovecraftiani e Howardiani.

Già, Marte. Il pianeta più prossimo a noi del sistema solare. Il centro di tutto l'immaginario letterario e artistico della Science Fiction occidentale. Marte come pianeta morto di una civiltà sconosciuta. Marte della mitologia ufologica delle immagini NASA della piana di Cydonia. Il pianeta degli innumerevoli attacchi alieni alla terra del cinema fantastico degli anni 50. La visione onirica e lisergica di Carpenter nel suo film vincitore a Cannes. Insomma, Marte ormai fa parte di uno dei topic immaginativi classici della civiltà umana.

Non da meno, tutta una tensione intellettuale e scientifica è alla base di ricerca e programmazione dell'esplorazione astronautica a partire dalla seconda metà del 20 secolo e nei reportage giornalistici che la NASA, insieme a varie agenzie di stampa, sta ora dando quotidianamente sull'esplorazione del pianeta rosso da parte di Perseverance, sembra essere ritornati agli anni d'oro dell'immaginario collettivo umano su Marte.

Le avventure di John Carter sono ritornate, in altra forma. Ma con una, non lieve differenza. Che stavolta, questa non è fantasia, è realtà, è scienza, non fantascienza. 


Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech