Tra chitarre essenziali e voce in primo piano, Beata La Noia costruisce un racconto emotivo fatto di attese, silenzi e ritorni. “Different Kind Of Love” nasce come dedica privata e diventa riflessione collettiva sull’amore, sulla memoria e sulla bellezza di ciò che non segue regole.

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Ciao a voi tutti!! Quanto tempo ho per rispondere? La musica temo non stia prendendo una gran piega. Siamo troppo distratti e vogliamo un sacco di contenuti in maniera molto rapida, quindi non ci si prende più il tempo per imparare, sperimentare e il risultato é semplicemente , salvo qualche virtuosa eccezione, musica da “spot”. Sto volutamente esagerando e ovviamente parlando della direzione che sembra dare il mainstream e che comprende la maggior mole di musica che esce praticamente tutti i giorni. In realtà il sottobosco musicale, spulciando bene nei live e online, é pieno di perle e canzoni e generi interessanti e particolari. Il difficile é intercettare queste canzoni che vengono disperse nel mare magnum di musica pubblicata giornalmente a livello globale. La mia musica per ora, sta andando in direzione contraria, verso le radici, cercando sonorità già esistite, ma probabilmente dimenticate. Saprei dirti in base ai brani finiti ma non saprei dirti dove andrà la musica che comporrò in futuro. Preferisco prendermi il mio tempo per sperimentare e tirar fuori quello che ho in testa senza troppe costrizioni o tempistiche da rispettare. 

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Anche qui potrei parlare all’infinito e tirare fuori una lista infinita. Vado dritto e te ne dico due senza troppo pensarci e uno bonus. Mi piacerebbe aprire il concerto di Daniele Silvestri, perché credo ci sia affinità di temi. Nella mia musica cerco sempre di affrontare qualche tema sociale e anche lui é molto impegnato in quel senso. Poi Caparezza, per il motivo di cui sopra. Anche lui come il Silvestri molto impegnato e temi sempre sferzanti e importanti. Come Bonus ti dico un Francesco Gabbani, perché é delle mie zone e conosco lui e la sua band e quindi sarebbe un po’ come sentirsi a casa condividere il palco con loro. 

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Uscirà a breve un altro singolo e un album in autunno. Il piano principale é portare in giro il più possibile le canzoni fin qui uscite. Quindi qualsiasi occasione avrò per suonare live la acchiapperò al volo. Condendola sicuramente con sessioni di Busking nelle varie città. 

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Nell’ambito musicale… diciamo che ormai internet è importante in qualsiasi ambito e ci permea e condiziona giornalmente. Per la musica è stato un po’ deleterio, ma più che l’internet in se e i social, é stato l’accelerare dei ritmi di vita e di consumo dei contenuti. Prima assaporavi tutto nel dettaglio, ormai hai 2/3 secondi per attirare l’attenzione o perderla per sempre. Le tecnologie ci sono e si svilupperanno sempre maggiormente, quindi non penso sia possibile un ritorno indietro. Bisognerebbe cercare di educare nuovamente le persone in ambito artistico culturale a respirare e prendere il proprio tempo per fruire dell’arte. D’altronde si parla di un ritorno di moda dei Vinili quindi non penso che le due cose vadano in contrasto. E probabilmente bisognerebbe anche educare le persone a tipologie di vita senza corrente elettrica, “come una volta”. Vedi per esempio cosa è successo durante il blackout di qualche giorno fa in Spagna. Dovremmo anche solo per esercizio personale provare a vivere qualche momento come se l’energia elettrica non fosse stata scoperta. 


Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. 

Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui la sostanza sembra passare in secondo piano?

Da artista ho il rapporto che avrei con la bellezza anche se non fossi artista. Di base, da sempre, non mi sono mai curato dei canoni estetici imposti dalla società e ho sempre cercato di istruire le persone a me care a non cedere al giochino che Televisioni e giornali ci proponevano: ovvero quello della ricerca ossessionata e ossessionante della perfezione. Che poi perfezione che cosa vuol dire?? Secondo i nostri canoni occidentali. Per me ognuno vede le cose in maniera diversa e ognuno ha una sensibilità diversa verso aspetti differenti. Quindi credo che come diceva il famoso detto: non é bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace. Io sto con la sostanza sempre e comunque. 


C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Dipende. Ascoltando e avendo ascoltato molti generi musicali direi di sì. Ascolto anche musica Death Core, musica Prog e musica Jazz ma i miei brani non suonano come quelle categorie. Quello che compongo e canto é un po’ il filtro di tutti e Tanti gli ascolti fatti e delle sperimentazioni fatte nel tempo tra diversi tipi di composizioni e diversi tipi di generi. 


Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Vorrei ringraziare tutte le persone che mi supportano giornalmente e mi sopportano pure. I miei amici e le persone a me care e vicine, che mi hanno aiutato e aiutano da sempre. Irene alla quale è dedicato il mio ultimo singolo “Different Kind Of Love”.

Un saluto a voi!! 


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