E sulla "vicenda Bonus", martedì è intervenuto anche il Garante per la protezione dei dati personali. Ecco la nota pubblicata sul sito dell'Autorità per la privacy:

In relazione alla vicenda del bonus Covid, il Garante per la protezione dei dati personali precisa che, sulla base della normativa vigente, la privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato (art. 26, comma 4,  d.lgs. 33 del 2013).Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti (cfr., ad es., artt. 9  L. 441/1982 e 5 d.l. 149/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 13 del 2014).Il Garante contestualmente comunica che sarà aperta una istruttoria in ordine alla metodologia seguita dall’INPS rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse.

Il nuovo collegio del Garante per la protezione dei dati personali, composto da quattro membri eletti dal Parlamento che rimangono in carica per un mandato di sette anni non rinnovabile, è stato formato solo alla fine dello scorso mese di luglio. Pasquale Stanzione e Ginevra Cerrina Feroni sono stati eletti all’unanimità, rispettivamente, presidente e vicepresidente dell’Autorità, mentre gli altri due membri del collegio sono Agostino Ghiglia e Guido Scorza, scelti dal Senato il primo, il 15 luglio,  e Feroni dalla Camera il 14 luglio.

A questo punto, non resta che attendere che l'Inps recepisca l'invito del Garante e pubblichi i nomi dei parlamentari che hanno richiesto il bonus...  ameno che, stando così le cose non decidano di giocare d'anticipo e di autodenunciarsi.