L'Italia sta affrontando una “pandemia silente” che minaccia di diventare la prima causa di morte entro il 2050: l'antibiotico-resistenza. Nonostante gli allarmi lanciati negli ultimi anni, i dati del rapporto AIFA 2023 rivelano un preoccupante aumento del consumo di antibiotici, con conseguente crescita delle resistenze batteriche. Un fenomeno che già oggi causa oltre 12.000 decessi annui e un impatto economico di 2,4 miliardi di euro sul Sistema Sanitario Nazionale.  

Nel 2023, il consumo complessivo di antibiotici in Italia è cresciuto del 5,4% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 22,4 dosi giornaliere ogni mille abitanti. Picchi del 40% nei mesi invernali suggeriscono un uso improprio contro sindromi influenzali e parainfluenzali, per le quali gli antibiotici sono inefficaci. Un trend pericoloso, confermato dall'aumento del 6,3% degli antibiotici prescritti a livello territoriale, soprattutto al Sud (18,9 dosi/1000 abitanti), dove l'accesso limitato alla diagnostica spinge i medici a prescrizioni “cautelative”.  

L'indice DRI (Drug Resistence Index) segna un peggioramento per batteri come Escherichia coli (resistenza alle cefalosporine salita al 26,7%) e Klebsiella pneumoniae (55,2% di resistenza), con infezioni ospedaliere in aumento. Gli ospedali italiani, già al sesto posto in Europa per consumo di antibiotici, registrano un +1,3% di dosi somministrate nel 2023. Preoccupa anche la preferenza per molecole ad ampio spettro (54,4% delle prescrizioni), lontana dall'obiettivo UE del 65% per antibiotici a basso rischio di resistenza (gruppo “Access”).  

L'Italia detiene un primato negativo anche nel consumo di inibitori della pompa protonica (anti-acidi), il cui abuso altera la flora intestinale, favorendo batteri resistenti come il Clostridium difficile. Intanto, il confronto con l'Europa mostra un Paese in ritardo: il consumo territoriale supera del 15% la media UE, con un uso di antibiotici ad ampio spettro più che doppio (13,6% vs 5,5%).  

Di fronte a questo scenario, il Ministero della Salute ha rafforzato il Piano Nazionale di Contrasto all'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025, stanziando 40 milioni annui e 100 milioni per incentivare nuovi antibiotici. “Serve un approccio One Health, che integri umano, animale e ambiente”, sottolinea Maria Rosaria Campitiello del Ministero. Intanto, l'AIFA promuove campagne per un uso responsabile, mentre infettivologi come Massimo Andreoni (SIMIT) ricordano l'importanza delle vaccinazioni: “Il vaccino antipneumococcico ridurrebbe del 47% l'uso di antibiotici nei bambini”.  

“Se non agiamo, nel 2050 l'antibiotico-resistenza sarà la prima causa di morte”, avverte Robert Nisticò, presidente AIFA. La speranza è nei nuovi farmaci in sviluppo, ma non basta: servono diagnostica rapida, formazione medica, e una cultura che eviti l'autoprescrizione. La battaglia contro i super-batteri richiede un'azione corale, prima che un'emergenza silenziosa diventi un bollettino di guerra.