Diecimila ricette colorate, simili a promemoria, con un codice a barre che rimanda a una lettera aperta ai cittadini. È questa l’arma di protesta scelta dai medici di medicina generale della Fimmg Lazio, che da oggi trasformano le prescrizioni in un atto di denuncia contro la gestione della sanità regionale e nazionale. Un gesto simbolico per accendere i riflettori su un sistema sanitario definito “insostenibile”, dove il diritto alla salute rischia di diventare un privilegio per pochi.
“Cari cittadini, come Voi, anche noi medici di famiglia siamo stanchi e preoccupati”. Con queste parole inizia la lettera diffusa dai medici, che non risparmia critiche a tagli, burocrazia e mancanza di ascolto da parte delle istituzioni. Il testo, accessibile tramite il QR code sulle ricette, elenca le criticità quotidiane: fondi pubblici dirottati verso strutture private, costi in aumento per i pazienti e medici lasciati soli a gestire carichi di lavoro insostenibili.
“Mentre i costi per i cittadini aumentano, i fondi destinati alla sanità pubblica sono dirottati verso ospedali, farmacie e privati”, si legge nel documento. Un sistema che, secondo i firmatari, trasforma i medici di base in “ultimo baluardo” di un servizio sanitario sempre più fragile, costretto a supplire alle carenze strutturali con risorse limitate.
La Fimmg Lazio denuncia inoltre il mancato dialogo con la Regione, nonostante le proposte avanzate per migliorare l’assistenza. Tra queste:
- Esami di primo livello direttamente negli studi dei medici di famiglia, per ridurre le liste d’attesa e decongestionare gli ospedali;
- Unità di cure primarie integrate, con team multidisciplinari (infermieri, specialisti, assistenti sociali) per seguire pazienti cronici e fragili;
Rimozione della burocrazia che ostacola l’accesso alle cure, come ricette a validità ridotta (6 mesi) che costringono i cittadini a continui rinnovi; - Piano vaccinale efficiente, con distribuzione organizzata e dosi sufficienti.
“Sono proposte concrete, presentate più volte e puntualmente ignorate”, sottolinea la Fimmg in una nota, accusando la Regione di preferire attacchi pubblici alla medicina generale – come le critiche infondate agli “sprechi” nella spesa farmaceutica – piuttosto che affrontare i problemi reali.
Nella lettera si citano anche decisioni ritenute “sconcertanti”: dal cambio del nomenclatore delle prestazioni sanitarie annunciato a ridosso del Natale 2023 – con conseguente caos negli studi medici – alla distribuzione “a singhiozzo” dei vaccini, arrivati in quantità insufficienti e con tempistiche disorganizzate.
“Non hanno il tempo di risolvere, ma trovano il tempo di attaccarci”, scrivono i medici, evidenziando il paradosso di un’amministrazione che, invece di collaborare, alimenta una guerra tra istituzioni e professionisti.
La protesta si chiude con un appello ai cittadini a non rassegnarsi: “Non è il momento di rimanere in silenzio. Vogliamo un sistema sanitario che metta al centro le persone, non i bilanci”. Un invito a unire le forze per difendere il Servizio Sanitario Nazionale, con i medici pronti a fare la loro parte: “Possiamo fare la differenza, ma serve l’impegno di tutti”.
Intanto, quelle 10mila ricette-manifesto rappresentano più di un simbolo: sono un testamento della frustrazione di chi, ogni giorno, cerca di curare pazienti in un sistema che sembra curarsi sempre meno di loro.