LETTERA APERTA DI UN GRUPPO DI INSEGNANTI – Fedeli al madato di “EX DUCERE“

Siamo un gruppo di insegnanti della provincia di Forlì-Cesena ( e siamo molti), ancora convinti che uno dei principali compiti dell’istituzione scolastica sia l’educazione al pensiero critico dei propri allievi;  Affinché essi possano sviluppare capacità di analisi e ragionamento per poter discernere in maniera autonoma la verità dalla menzogna, il diritto, il bene dal male, guardando oltre le ideologie, le sovrastrutture, le mode e manifestazioni intellettuali del proprio tempo.

Forse siamo “demodè” perché pensiamo a Socrate e Platone ancora come a Maestri e non a vecchi rimbecilliti.

Proprio per questa ragione siamo sconcertati e preoccupati per le modalità secondo cui il Ministro dell’Istruzione ha magnanimamente “riammesso” al lavoro gli insegnanti che, dopo mesi di sospensione senza alcuna retribuzione, terminato lo “stato di emergenza” hanno deciso di rientrare in servizio; Sono rientrati, ma con contratto di lavoro arbitrariamente modificato: un pratico esempio di sopruso imposto per decreto. Una violazione  dei diritti acquisiti legamente, secondo legge e disposizioni.

Questi docenti, sempre per imposizione anticostituzionale, devono essere sottoposti a tampone e monitorati ogni 48 ore, devono essere rimansionati e ridimensiononati arbitrariamente nel loro legittimo ruolo nonostante si sia visto, nelle nostre scuole, una diffusione di contagi ed una manifestazione di focolai tra il personale scolastico, nella sua totalità, ovviamente già sottoposto al  ciclo vaccinale completo ed imposto.

Dunque l’allontanamento dei colleghi non vaccinati dalle loro classi al fine di garantire la salute degli studenti appare un’argomentazione alquanto fragile.

Ma a ben leggere le parole del Ministro Bianchi, tale misura corrisponde ad un atto punitivo verso il docente che ha scelto di disobbedire, il cui comportamento sarebbe per tale ragione “diseducativo“. Ma tali dichiarazini sono inequivocabilmente appartenenti ad uno stile che non è in alcun modo assimilabile ed associabile ad una democrazia fondata su principi di diritto sanciti costituzionalmente. O no?

I colleghi “inadempienti” hanno fatto ciò che forse noi non abbiamo avuto il coraggio di fare, dando un esempio di grande dignità e coraggio: non accettare una tessera verde, irrilevante dal punto di vista sanitario ma capace di impedire il diritto al lavoro, capace di violare tutti i diritti fondamentali della persona, dal diritto sancito dal “Codice di Norimbeerga” in poi.

Non ci aspettiamo la moralità e la dignità di Socrate, la pretendiamo!